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Esuli Marghera: saranno abbattute le “Vaschette”

Se ne è parlato per anni, alla fine l’ultimo cronoprogramma prevedeva che il 2007 sarebbe stato l’anno in cui Marghera avrebbe visto definitivamente sparire la vergogna delle “Vaschette”. E invece sono ancora lì, però almeno un risultato, questo 2007, lo ha portato a casa: la commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento alla Finanziaria con il quale si stabilisce che i condomini delle vie Pasini e Murialdo passano in proprietà al comune di Venezia. E’ un  passo che sblocca finalmente l’operazione più vasta di abbattimento e di ricostruzione in altre forme dell’intero rione.
L’emendamento, presentato da Massimo Donadi di Italia dei Valori (assieme al collega Antonio Borghesi) e da Luana Zanella dei  Verdi, è stato sostenuto da tutti i parlamentari veneziani e veneti che sono riusciti a spuntarla anche in questa battaglia: c’è solo un ultimo passaggio da fare, dato che il testo prevede che il vincolo di destinazione ad alloggi per i profughi giuliano-dalmati non scompare automaticamente, ma resta valido esclusivamente per le domande di acquisto regolarmente presentate dagli assegnatari, nonché per le assegnazioni in locazione alla categoria dei profughi. Prima del definitivo trasferimento dell’area dal Demanio al Comune si dovrà, dunque, fare un ultimo  bando per verificare che non vi siano ancora interessati all’acquisto di quegli appartamenti.
La situazione attuale, come ricorda l’Assessore alle Politiche abitative del Comune, Mara Rumiz, è questa: 24 esuli giuliano-dalmati proprietari di appartamenti e 35 affittuari.
Il progetto del Comune è ambizioso: trasformare quell’area in un nuovo rione che garantisca la qualità della vita a chi ci abita e a chi ci passa. Dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso è diventato un ricettacolo di spacciatori, ladri e protettori che organizzavano notti di sesso a pagamento negli alloggi abbandonati, senza contare le occupazioni abusive di chi ci è andato ad abitare senza le minime condizioni igieniche.
Prima, dunque, si dovranno trovare alloggi per ospitare temporaneamente chi possiede una casa alle Vaschette o chi è regolarmente in affitto; poi si procederà ad abbattere tutto, dopodichè in quella zona sorgeranno edifici per servizi, commerciali, verde pubblico e alcune case che torneranno ad abitare gli esuli giuliano-dalmati che hanno espresso il desiderio di restare ad abitare lì, ma non più con l’incubo di vivere nel Bronx di Marghera.
Chi pagherà l’operazione? ”Il Comune se ne farà carico? – spiega la Rumiz – con gli edifici destinati alle attività commerciali contiamo di raccogliere fondi e il resto lo metteremo noi perché prima di tutto bisogna garantire i diritti ci chi vive in quell’area e che ha già patito anche troppo.

da Il Gazzettino del 9/12/2007

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