ANVGD_cover-post-no-img

Una storia poco ordinaria di emigrazione (Voce del Popolo 01 ott)

TRIESTE – Sapori e odori che evocano ricordi, nella migliore "maniera" proustiana. "Mirella avvicinò una sedia al davanzale ed aprì con cautela la finestra. Stava attenta che né la mamma, né la signorina la vedessero. L'avrebbe di sicuro sgridata e richiuso in tutta fretta perché l'odore dello zucchero caramellato si sarebbe diffuso per tutta la casa". Inizia così quella "ricerca del tempo perduto", anzi di terre lasciate per realizzare un sogno, quello di "catar fortuna", prima nella lontanissima Argenitna, poi in Italia, che la triestina Marina Petronio ha condotto a termine con "Profumo di caramello", romanzo pubblicato da Luglio Editore di Trieste (174 pagine, prezzo di copertina 14 euro, 2009). Il libro verrà presentato questa sera a Trieste, presso la Sala Baroncini (via Trento 8, ore 17.30), dal critico letterario Irene Visintini. L'evento è organizzato dal Comitato triestino della Società "Dante Alighieri".

Pubblicista, germanista, autrice di articoli, saggi e traduzioni, prevalentemente in campo teatrale e musicale, dalla penna di Marina Petronio sono usciti diversi libri con tematiche legate all'emigrazione italiana, all'esodo giuliano-dalmata e, e contributi dedicati a personaggi di spicco di Istria, Fiume e Dalmazia, rispettivamente alle tradizioni e al patrimonio di queste terre. "Antonio Smareglia – Lettere" (a cura di G. Gori e M. P., Ed. dell'Ateneo, Roma 1986), "Un provinciale a Vienna " (Ed Italo Svevo, Trieste 1991), "La canzone è finita. Robert Stolz, ultimo re dell'operetta" (Ed. Il Murice, Trieste 1995), "Signor, il marinaio l'aspetta – cronache di viaggio in Istria e Dalmazia" (Ed. della laguna, Monfalcone 1996), "Oltreoceano" (Ed. Astra, Trieste 2000), "L'ultimo sapore della vigna – Enrico Morovich" (Ed. Lint, Trieste 2002), "Dylama Stultus nei ricordi della moglie e degli amici" (Ibiskos editrice, Empoli 2002), "Parole lontane – l'Istria nei ricordi di autori esuli" (a cura di C. Benussi, G. Semacchi, M. P., Ibiskos editrice, 2003), "Dylama Stultus – carteggio 1927/1977" (Ibiskos editrice, 2004) e "Scritti vari – 1878/2000" (Ed. I. Svevo, Trieste 2006). Dal 1978 al 2000 ha collaborato al periodico "Voce Giuliana" con articoli di cultura, curando la pagina dedicata all'emigrazione.

Con "Profumo di caramello" Marina Petronio dà voce alla storia di Mirella Righi Grando; è una storia di emigrazione italiana, "poco ordinaria", che offre al contempo un originale spaccato dell'Argentina degli anni Cinquanta, ma anche degli ambienti degli esuli. Mirella Righi Grando, nata a Torino nel 1934 da madre veneta e padre emiliano, dopo un'infanzia trascorsa a Canelli e ad Asti, emigra con la famiglia in Argentina nel 1949 e vi resta fino al 1991, quando torna in Italia, stabilendosi a Trieste insieme con il marito, un esule istriano, e i due figli. Una vicenda, la sua, che ha un inizio travagliato, perché il padre, Ercole Righi, funzionario della Banca Commerciale Italiana, arruolato nella Guardia Nazionale Repubblicana (istituita nel dicembre 1943 per prendere posto sul territorio della Repubblica Sociale Italiana) ad Asti (aggregato alla Brigata Nera "L. Viale" come responsabile dell'Ufficio Disciplina), dopo il 25 aprile 1945 subirà le conseguenze della guerra civile in Piemonte. Arrestato, incarcerato, poi assolto dall'accusa di collaborazionismo con i tedeschi, dopo alcuni tentativi di intraprendere una nuova attività nel Veneto, si trasferirà nell'Argentina di Perón, in cui si favoriva l'immigrazione di persone qualificate e di tecnici di alto livello. Terminati gli studi, Mirella si specializzerà nel campo dei filati, avviando con successo un'impresa di famiglia. Intanto, a Buenos Aires, incontrerà il futuro marito, Fiorentino Grando, i cui genitori erano originari di un paesino istriano, Carsette. Ma i tempi cambieranno e dopo la fine del peronismo, la famiglia dovrà fare i conti con i problemi del turbolento scenario argentino: colpi di stato, crisi economica e finanziaria. Di fronte alla prospettiva di un futuro incerto, si ristabilirà in Italia.

Questa testimonianza di emigrazione, che si articola in 27 "quadri", è diversa dagli stereotipi ai quali si fa di solito riferimento, "sia per l'estrazione sociale e culturale dei personaggi, sia perché la scelta di realizzare un'azienda si filati e sartoria ha offerto alla protagonista l'opportunità di occuparsi di cose belle, stimolanti per la creatività personale, proponendo un esempio del buon gusto e della laboriosità italiani", conclude Mirella Petronio nella Premessa di "Profumo di caramello".

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.