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Trieste, pediatria senza confini: meeting Burlo-Slovenia – 19set13

Cultura medica oltre i confini, si potrebbe dire “medicina transfrontaliera”, e il lavoro per creare a Gorizia un “punto nascita” in comune col territorio sloveno (anche per non perdere il reparto che registra troppo pochi nati) è uno dei capitolo più importanti, ma due iniziative nei prossimi giorni metteranno in luce il forte dialogo che si sta sviluppando sui temi della formazione, della pediatria, delle cure palliative.

Venerdì alle 16 nei saloni d’onore della Prefettura avverrà l’incontro ufficiale tra i vertici della sanità triestina e regionale e una rappresentanza istituzionale della pediatria slovena, organizzato dall’Ordine dei medici col sostegno del Burlo Garofolo e la presenza dell’Associazione nazionale degli ospedali pediatrici italiani che in mattinata sarà proprio al Burlo per approfondire tematiche specifiche.

Da venerdì a domenica invece sempre l’Ordine dei medici organizza ad Abbazia un incontro sui temi delle cure palliative. Quest’ultima iniziativa fa parte del programma europeo Sanicademia che riunisce nell’ambito del Gruppo europeo di interesse economico (Geie) fondato nel 2006 la nostra regione, il Veneto, la Slovenia, la Carinzia e la Croazia, e al cui vertice dal 2011 c’è il presidente dell’Ordine dei medici di Trieste, il cardiologo Claudio Pandullo. Che ora sviluppa il discorso internazionale proprio sulle cure palliative, e sull’empatia che il medico deve mettere in campo nelle situazioni più delicate per il paziente.

«Incontri – dice Pandullo – che servono a confrontare problemi comuni, a creare la possibilità di uno scambio proficuo di informazioni, ad esaminare questioni sanitarie e procedurali, nel momento in cui l’Italia dovrebbe recepire la direttiva europea che prevede la libera circolazione dei pazienti in tutta la Ue. Adesso nei paesi europei si possono ricevere gratuitamente le cure d’emergenza, ma non quelle “programmate”, perché esiste una forte disparità di tariffe, che peraltro – sottolinea Pandullo – è forte anche tra il Friuli Venezia Giulia e il Veneto».

Da anni è in campo il tema di allargare le potenzialità del Burlo Garofolo verso Est, per avere un bacino d’utenza maggiore, «ma lo scambio “transfrontaliero” di pazienti – osserva ancora Pandullo – non è ancora avvenuto, teniamo del resto conto del fatto che la Slovenia ha un’ottima classe medica, e che ormai dappertutto la sanità opera secondo protocolli di base internazionali, fatte salve poi le specifiche scelte e peculiarità».

Gabriella Ziani
www.ilpiccolo.it 18 settembre 2013

 

 

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