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Trieste, nozze titine: ”il sindaco si scusi con la città” (Il Piccolo 11 ago)

«Nozze titine, il sindaco si scusi con la città»

Polemiche sul vessillo dell’ex Jugoslavia in piazza Unità. Marini: come sventolare la svastica in Risiera

Un’interrogazione al sindaco Roberto Cosolini verrà depositata oggi, dal Pdl. Un’altra sarà preparata invece dalla Lega Nord. Le nozze “titine” celebrate in Municipio lo scorso 16 luglio, con tanto di contorno di successivi festeggiamenti in piazza Unità con bandiera dell’ex Jugoslavia e tricolore italiano con la stella rossa al centro nonché cori partigiani, diventano un caso politico. Con il centrodestra, a partire da quello che in Consiglio comunale siede all’opposizione, che chiede subito al primo cittadino di fare chiarezza. Così il capogruppo del Pdl Everest Bertoli questa mattina consegnerà agli uffici comunali un’interrogazione in cui domanda «se il sindaco, testimone oculare del fatto in quanto presente alla manifestazione medesima, non ritenga suo dovere in qualità di pubblico ufficiale di dover segnalare alle autorità competenti il vilipendio che è stato fatto alla nostra bandiera nazionale». Ma dall’atto preparato da Bertoli emerge un fatto ulteriore: «Inoltre – scrive il pidiellino -, visto che in alcuni uffici comunali sono cominciate a spuntare foto e calendari di Tito, come documentato anche da filmati di una emittente locale, chiedo se tali immagini sono in aggiunta o in sostituzione della foto del Presidente della Repubblica, se la loro esposizione è stata autorizzata dall’assessore al Personale». Intanto anche il segretario provinciale e deputato leghista Massimiliano Fedriga annuncia: «Il nostro gruppo in Consiglio comunale (composto da Maurizio Ferrara e Roberto De Gioia, ndr) – dice Fedriga – presenterà un’interrogazione. Tutto il centrosinistra aveva portato avanti la sua campagna elettorale dicendo di voler unire e non dividere, ora invece si verificano questi episodi che fanno venire i brividi». Dal Comune alla Regione. Durissime le parole di Bruno Marini (Pdl): «Sventolare la bandiera jugoslava della defunta Federativa sotto il Comune di Trieste è come sventolare la bandiera con la svastica davanti la Risiera. Tutti sappiamo che i tempi sono cambiati, tuttavia – continua Marini – fa pensare che in una piazza Unità mentre si festeggiava un matrimonio allo sventolio della bandiera dell’ex Jugoslavia e di quella italiana con al centro una stella rossa, sia sceso per congratularsi con gli sposi il sindaco di Trieste Cosolini che, a detta dello stesso sposo, ha lasciato il suo ufficio al richiamo dei cori partigiani». Attacca così Piero Tononi, altro consigliere regionale e vicecoordinatore provinciale del Pdl: «Trieste non merita di avere un sindaco incapace di comprendere l’inopportunità di prender parte a un evento che ci fa capire ancora una volta da che parte stiano quelli che rimangono legati al passato. Cosolini chieda scusa alla città». Critiche decise anche dal duo di Un’Altra Trieste in Comune, Franco Bandelli-Alessia Rosolen: «Invitiamo con forza il sindaco Cosolini a dissociarsi e condannare fermamente quanto accaduto lo scorso 16 luglio in piazza Unità e tutti gli esponenti politici presenti a fare altrettanto. Nessuno può pensare di derubricare quanto accaduto sotto il Municipio come folklore – proseguono i due di Un’Altra Trieste -. L’esposizione nel cuore della nostra città di simboli che significano migliaia di morti e ferite ancora aperte nella memoria di tanti nostri concittadini, non possono essere tollerate». Infine, Antonio Lippolis, segretario cittadino del Fli: «Stia attento il sindaco Cosolini a non farsi fare prigioniero della storia di chi “anche” rappresenta». (m.u.)

 

(courtesy MLH)

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