La lingua italiana, le realtà locali e delle zone limitrofe con lo scopo di stimolare i giovani ad avvicinarsi sempre più alla cultura, è un preciso obiettivo del Comitato triestino della Dante Alighieri presieduto da Dario Vici, e fondato nel lontano 1918. E appuntamenti e incontri vivacizzati da varie tematiche, portate alla ribalta da relatori qualificati, rendono interessante anche il programma 2010. Che prenderà avvio martedì, alle 17.30, alla sala Baroncini delle Generali in via Trento 8, con la presenza di Franco Crevatin, docente di glottologia e linguistica all’ateneo triestino, che parlerà su ”Cosa ci insegna la storia linguistica dell’Istria”. Argomento, il suo, che potrebbe definirsi anche politico, ”ma in senso nobile, slegato da ideologie e passioni”.
”Ascolto e mito. Percorsi di antropologia della musica” sarà il tema che martedì 9 febbraio tratterà Giuliana Stecchina Pittaro, titolare della cattedra d’arpa al conservatorio Tartini, mentre martedì 23 febbraio rivisitazione, a cent’anni dalla nascita, di Pier Antonio Quarantotti Gambini, l’illustre e prolifico scrittore – ma è stato anche poeta e giornalista – le cui problematiche adolescenziali hanno trovato nella sua Istria un’efficace fonte di ispirazione. In particolare, ambientato a Trieste, è uno dei suoi più noti romanzi, ”L’onda dell’incrociatore”. A parlare di lui sarà Irene Visintini. E se marzo si aprirà, martedì 9, con il XVII canto dell’inferno commentato da Stefano di Brazzano, insegnante di italiano e latino al liceo Petrarca, su ”I ritrovamenti archeologici nella nostra regione” si addentrerà invece, martedì 23 marzo, Giuseppe Cuscito dell’ateneo triestino.
Risalente al 1553, il testo giovanile di Francesco Patrizio intitolato ”La città felice” troverà, martedì 27 aprile, ampio commento attraverso l’indagine anche storica che Bruna Caracoglia affronterà.
Immancabile, a maggio, l’annuale ”Giornata della Dante”, alla presenza, oltre che di un esponente nazionale del sodalizio, dei rappresentanti dei Comitati dell’Istria, Quarnaro, Dalmazia, Carinzia e della regione.
Grazia Palmisano
