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Tremul docente per un giorno a Trieste (Voce del Popolo 18 dic)

TRIESTE – “Una bellissima esperienza”. Così il presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, parlando della lezione incentrata sul tema della tutela internazionale delle minoranze nazionali, con particolare riferimento alla realtà della Comunità Nazionale Italiana, tenuta alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università degli Studi di Trieste. Due ore di lezione svolte su richiesta di Georg Meyr, professore associato al Dipartimento di Scienze dell’Uomo – Storia delle relazioni internazionali nonché vicedirettore del Polo didattico e culturale dell’Università degli Studi di Trieste a Gorizia, con il quale Tremul ha già collaborato negli anni scorsi in veste di correlatore esterno di tesi di laurea incentrate sulla realtà CNI, sul sistema scolastico della nostra etnia e sui percorsi storici della minoranza… Un’esperienza, dunque, che corona un lungo lavoro svolto con gli studenti e che ha dato modo a Tremul di soffermarsi su argomenti che, muovendo da una presentazione dei principali strumenti di tutela dei diritti dell’Uomo e delle minoranze, gli hanno consentito di illustrare le peculiarità della nostra realtà minoritaria. In tale contesto gli studenti hanno avuto l’occasione di approfondire le conoscenze relative ai documenti varati in questo campo dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), dall’Unione europea, dal Consiglio d’Europa e dall’ONU, ma soprattutto di analizzare la genesi e lo sviluppo dei diritti umani.

Nel corso della lezione Tremul si è soffermato, infatti, sui passaggi che hanno contraddistinto il percorso dal ’45 ad oggi, ovvero sullo sviluppo che ha portato dapprima alla nascita del sistema di tutela dei diritti delle minoranze intesi come diritti individuali e poi anche alla considerazione degli stessi in quanto diritti di un “corpo collettivo”. Un processo sfociato – è stato sottolineato –, nella concezione attuale che vede oggi sia i diritti individuali sia quelli collettivi pienamente integrati nel sistema di tutela internazionale dei diritti umani. Un quadro che è stato illustrato agli studenti “cercando di evidenziare per ognuno di questi passaggi – ha detto Tremul –, le innovazioni che ne sono scaturite a livello generale, ma soprattutto di fare un ‘aggancio’ con la realtà CNI. Così, ad esempio – ha precisato –, parlando del diritto riconosciuto alle minoranze di mantenere liberi contatti con la Nazione Madre, ma anche con i Paesi confinanti nei quali vivono appartenenti alla stessa etnia ho parlato dello status della CNI nell’ex Jugoslavia, dei cambiamenti determinati dalla nascita, negli anni ’90, degli Stati sloveno e croato e dell’importanza del mantenimento dell’unitarietà della nostra comunità nazionale”.

La seconda parte della lezione è stata, poi, pensata come una “finestra” attraverso la quale “ancorare la realtà internazionale al mondo CNI” attraverso una breve presentazione Power point preparata dall’Ufficio Europa dell’UI di “quello che è e di quello che fanno la CNI e le sue istituzioni e realtà associative presenti sul territorio di residenza”. Immancabile, in tale contesto, un riferimento alla tutela giuridica assicurata in Slovenia e in Croazia, ovvero alla situazione in tema di diritti riconosciuti e in materia di attuazione degli stessi con particolare riferimento ai contenuti dei due documenti base: la Carta europea sulle lingue regionali o minoritarie e la Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali. (chb)

 

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