Testimonianze sull’esodo istriano al convegno dell’Istituto Malignani di Udine

“Immaginate, domani mattina, di non trovare più il papà, di vedere la mamma che raccatta poche cose per partire di corsa, di non poter andare alla scuola italiana – ha detto Daria Gorlato, esule di Dignano d’Istria – di non poter andare in chiesa, di dovervi dichiarare di un’altra nazionalità e di dover parlare non più in italiano, ma solo in una lingua sconosciuta: ecco è ciò che è successo a me, da bambina, con l’invasione dei titini in Istria, dopo la seconda guerra mondiale”. È intervenuta tra gli ultimi relatori al convegno presso l’Istituto “A. Malignani” di Udine, ma l’attenzione era alle stelle nell’auditorium gremito di studenti e di insegnanti.

Poi ha raccontato della cattura di suo padre Giovanni, notaio, da parte di miliziani comunisti dell’Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia a fine guerra. Non lo vide più. Lo portarono al Castello di Pisino. Dissero che finì in una foiba. La mamma di Daria sperò invano per anni che tornasse. Rischiando la vita, andò a cercarlo a Fiume al Comando dell’OZNA, i servizi segreti di Tito. La cacciarono. Non voleva ammettere la sua perdita. Pensare che il notaio Gorlato aiutò perfino il Movimento clandestino di Dignano, secondo la dichiarazione l’Associazione Partigiani Italiani, del Comitato provinciale di Pola del 16 dicembre 1946 (Tonino M 2021 : 91). Doveva sparire, fu eliminato perché era della classe dirigente italiana.

“Non avevo quasi mai parlato dell’esodo istriano, o del sequestro e della scomparsa di mio padre prima d’ora in pubblico, non ci riuscivo – ha confidato Daria Gorlato, socia dell’ANVGD – ho elaborato il lutto dentro di me, mi rendo conto che sia giusto parlarne, ma la tremenda sofferenza si ravviva ogni volta ed è sempre uguale”.

La seconda testimonianza è stata quella del dottor Marco Rensi. “Sono un medico dell’ospedale di Udine – ha detto Rensi – e mio nonno Aldo Rensi, che lavorava nella miniera istriana di Arsia, sparì quando andò a salutare i colleghi minatori, prima di scappare dall’Istria, probabilmente fu infoibato dai titini il 15 maggio 1944. Nelle disperate ricerche intervenne perfino un nostro parente Monsignor Pietro Rensi, ultimo parroco italiano di Pedena, antico borgo istriano, ma fu tutto invano. Lo scorso 10 febbraio noi discendenti, compresi i miei parenti di Trento, abbiamo ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella una medaglia e un attestato in suo onore”.

Marco Rensi e Daria Gorlato

L’evento, intitolato “Foibe, esodo e area alto-adriatica”, si è svolto il 13 aprile 2024 dalle ore 9 alle ore 12 nell’auditorium dell’Istituto Statale d’Istruzione Superiore “Arturo Malignani” in via Leonardo da Vinci, 10 a Udine. Tale iniziativa rientra nel progetto, di cui è referente il professor Alex Cittadella, “La Memoria e il Ricordo: conoscere per condividere, condividere per non dimenticare” finanziato dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia ed è stata organizzata dalla Rete di scuole “La Memoria e il Ricordo”, alla quale afferiscono anche l’IIS ‘Il Tagliamento’ di Spilimbergo (PN), l’ISIS ‘Magrini-Marchetti’ di Gemona del Friuli e l’ISIS ‘D’Aronco’ pure di Gemona (UD). Gli studenti e gli operatori scolastici di queste tre scuole erano collegati in diretta streaming per seguire i relatori. Sempre all’interno dello stesso progetto è previsto a fine maggio un viaggio d’istruzione a Trieste. Partiranno 5 pullman da Udine, da Gemona e da Spilimbergo che si ritroveranno alla Foiba di Basovizza per un primo momento di condivisione e riflessione, per poi distribuirsi al Museo di Padriciano, alla Risiera di San Sabba, al Magazzino 18 di porto vecchio, alla Sinagoga di Trieste e riunirsi infine al Sacrario di Redipuglia (GO), come ha detto la professoressa Silvia Liani, coordinatrice del Piano dell’Offerta Formativa dell’Istituto ‘Malignani’.

Ha poi parlato Daniela Beltrame, Direttore dell’Ufficio scolastico regionale, sottolineando come iniziative simili a quelle dell’Istituto ‘Malignani’ oltre a far conoscere la storia regionale, siano incentrare “sul ripudio dell’odio” nella formazione delle giovani generazioni. Il professore Federico Pirone, assessore all’Istruzione del Comune di Udine, oltre a portare il saluto della Civica amministrazione, ha ricordato l’importanza storica del recente conferimento della laurea honoris causa in giurisprudenza da parte dell’Università di Trieste al presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e a Borut Pahor, ex omologo della Repubblica di Slovenia, per lo storico incontro del 2020, mano nella mano, ai memoriali delle tragedie del Novecento che ha contribuito a scrivere la storia della frontiera adriatica.

Poi ci sono stati gli importanti interventi previsti dal programma. Il professor Walter Tomada, dell’ISIS ‘Magrini- Marchetti’, ha parlato de “Il confine che ci attraversa”, mostrando una ricerca transnazionale intitolata “Standing Women on the Rolling Borders”, in collaborazione con il Memorial della Shoah, che verte sul tema delle Donne deportate nell’area altoadriatica dai confini mutevoli. Tomada presenterà a Parigi la ricerca su tre deportate politiche ad Auschwitz, una croata, una slovena e una italiana realizzato oltre che da lui dalle professoresse Petra Urek (della Slovenia) e Ana Nikolić (della Croazia), quest’ultima è di Zara.

Dopo aver portato il saluto di Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine, il professore Elio Varutti, del Comitato Esecutivo dell’ANVGD di Udine, ha trattato il tema “Esuli giuliano dalmati a Udine tra accoglienza e rifiuto, 1943-1963”, con diapositive e cartografie. Dalle prime fughe da Zara, da Pola e da Fiume bombardate dagli alleati fino all’accoglienza difficile dei profughi a Udine. Nelle baracche di San Rocco sono state sistemate le donne sfollate di Pola, poi altri istriani, fiumani e dalmati si sono inseriti nel Villaggio Metallico di via Monte Sei Busi, nella frazione di Paderno. Dal Centro di smistamento profughi passarono oltre cento mila italiani in fuga dalle terre perse, per essere accolti nelle case popolari, nei quattro Villaggi giuliani di Udine, nonostante l’ostracismo di certi ambienti udinesi. Il professor Enrico Folisi, ha parlato di “Balcani in fiamme. Stragi e foibe”, come dal titolo del suo ultimo libro. Folisi ha accennato al 1848. È dal Risorgimento, infatti, che iniziarono i dissapori tra italiani e slavi nel contesto balcanico, poi il relatore ha spiegato puntualmente il ruolo di Tito, di Stalin, Churchill, Mussolini e Hitler nel Novecento.

Nell’intervallo delle due sessioni del convegno, quattro allievi del ‘Malignani’ hanno presentato un brano musicale con letture sceniche dal titolo “Il Carmelo di Echt”, con la guida del maestro Giovanni Floreani. Si tratta di un  testo composto da Juri Camisasca e reinterpretato da Franco Battiato. Echt è il monastero olandese da cui Edith Stein, ebrea convertita, fu prelevata dalle SS per essere deportata ad Auschwitz, dove morì assassinata. 

A seguire è intervenuto il dottor Bruno Bonetti, vicepresidente dell’ANVGD di Udine, con una serie di diapositive dal titolo: “Dalmazia: l’esodo del 1943-‘44 e l’esodo dimenticato del 1920”. La fine dell’egemonia italiana in “Dalmazia ha avuto origine dopo il 1880, quando il serbo-croato è stata dichiarata lingua ufficiale, a scapito di quella italiana, in vigore sino ad allora” – ha detto il relatore. Citando l’ultimo sindaco italiano di Spalato Antonio Bajamonti, che aveva detto: ‘Per noi italiani di Dalmazia non resta che soffrire’, Bonetti si è poi soffermato su vari episodi, dall’incendio del teatro italiano di Spalato del 1881 alla distruzione della fontana “Bajamonti”, ritenuta simbolo di italianità, ad opera delle autorità comuniste nel 1947, dalla demolizione del teatro Verdi di Zara nel secondo dopoguerra alla spoliazione del cimitero monumentale di Santo Stefano, altro luogo dell’italianità di Spalato, nel 1959, dallo scalpellamento dei leoni marciani di Traù nel 1932 all’abbattimento della statua di Tommaseo a Sebenico nel 1945, dalla liquidazione delle proprietà italiane in Dalmazia nel 1929 al licenziamento dei lavoratori sempre italiani nel 1931.

Si ricorda che sullo stesso tema è stato realizzato un filmato-intervista di circa 50 minuti del professore Alessio Alessandrini a Bruno Bonetti, che è stato proposto agli studenti delle scuole superiori del Veneto orientale. Il documentario è stato realizzato a cura dell’associazione Noi Migranti OdV di Portogruaro, in collaborazione con il Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, e con Anteas San Donà di Piave, Centro di Documentazione Aldo Moro, Fondazione Calasanzio, Fondazione Marconi, Fondazione Portogruaro Campus, Fondazione Santo Stefano, Università della Terza Età, con il patrocinio delle Città di Portogruaro e di San Dona di Piave e della Città metropolitana di Venezia, e l’adesione degli Istituti Superiori del Veneto Orientale. Il video è reperibile al seguente link: clicca qui.

L’ultimo intervento al convegno del ‘Malignani’ è stato quello del professore Stefano Morandini, docente all’ISIS ‘Fermo Solari’ di Tolmezzo (UD). Esperto di antropologia visuale, ha presentato un audiovisivo sul “Bunker di Purgessimo” nel quadro di una ricerca sui luoghi della guerra fredda dal titolo: “National Borders and Social Boundaries in Europe: the case of Friuli” del Graduate Institute of International and Development Studies – IHEID, Geneva (Ginevra, Svizzera).

Al termine del convegno, grazie all’Università Popolare di Trieste, sono state distribuite agli studenti alcune copie del giornale più longevo della Croazia, scritto in lingua italiana, «La Voce del Popolo» stampato a Fiume/Rijeka. Fondato nel 1889, è il quotidiano italiano dell’Istria, di Fiume e del Quarnero, edito dalla casa editrice Edit.

Cenni bibliografici

– Enrico Folisi, Stragi e foibe. Balcani in fiamme. Un percorso per immagini. 1939-1943, Udine, Gaspari, 2021.

– Mauro Tonino, Italiani dimenticati. Viaggio nei drammi del Confine Orientale, Pasian di Prato (UD), L’Orto della Cultura, 2021. Maggiori informazioni: clicca qui.

Elio Varutti, La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963, Aska edizioni, Firenze, 2021. In formato e-book e Kindle dal 2022. Seconda edizione cartacea dal 2023.

Rassegna stampa

– Incontro su foibe ed esodo all’Istituto Malignani di Udine, on line dal 12 aprile 2024 su www.vareseinluce.it

Testo di Sebastiano Pio Zucchiatti e Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking a cura di Marco Birin e E. Varutti. Lettori: Bruna Zuccolin, Bruno Bonetti e i professori Alex Cittadella e Silvia Liani. Copertina: l’Auditorium dell’Istituto ‘Malignani’ al convengo “Foibe, esodo e area alto-adriatica”, del 13 aprile 2024. Fotografie di Elio Varutti, Bruno Bonetti, Antonella Favaro e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Comitato Esecutivo dell’ANVGD di Udine.  Sito web:  https://anvgdud.it/ 

 

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