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Studio dell’italiano in Istria: motivare i giovani (Voce del Popolo 20 set)

POLA – Il libro delle ricercatrici Rita Scotti Jurić e Neala Ambrosi Randić “L’italiano L2-Indagini sulla motivazione”, presentato alla Facoltà di Filosofia di Pola, ha tutto quello che serve a un docente che insegna l’italiano come lingua dell’ambiente sociale, al quale indica egregiamente la strada da intraprendere lungo il non facile percorso: quella della motivazione degli apprendenti. Perché “il concetto che ha segnato negli anni recenti il cambiamento di prospettiva più significativo nell’impostazione didattica”, affermano nella Prefazione le due autrici, “sta trasformando una scuola dell’insegnamento in una scuola dell’apprendimento. L’insegnante deve impadronirsi di metodi che fruttino un apprendimento applicabile”. In altre parole, l’obiettivo sta proprio nel fondare l’insegnamento sulle caratteristiche e sulle risorse degli apprendenti, sui loro bisogni e sulle loro motivazioni, che sono molteplici.

“Questo nostro lavoro – precisano le due docenti del Dipartimento di studi di lingua italiana dell’Università degli Studi “Juraj Dobrila”, Scotti Jurić e Ambrosi Randić, la prima docente di Didattica della lingua italiana, la seconda docente di Psicologia –, cercherà di indirizzare e orientare gli insegnanti di italiano ad individuare e porre rimedio ai problemi motivazionali nelle studio della lingua seconda”. Il punto forte del libro, come concordano i due recensori, il prof. Goran Filipi, responsabile del Dipartimento di Scienze umanistiche della “J. Dobrila” e la prof. Alessandra Pokrajac Bulian, del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Fiume, è la fusione della teoria pragmalinguistica e di quella psicologica, ottenuta dalle due autrici, che hanno saputo amalgamare “due scritture diverse”, adattandole a un largo pubblico: ai futuri insegnanti di L2, agli insegnanti di psicologia ed agli psicologi scolastici, spesso occupati, questi ultimi, con alunni svegli ma demotivati. “L’indagine su 1.000 alunni, ha proseguito, è una ricerca più che rispettabile, quindi mi congratulo con le autrici, che hanno portato a compimento anche la difficile parte statistica”.

Per fare qualche esempio, lo studio si è occupato dell’intensità della motivazione (maggiore tra gli alunni delle scuole elementari rispetto a quelli delle medie superiori; più intensa tra le ragazze, indipendente dall’età). Per quanto riguarda il desiderio d’apprendimento, esso è uguale nella SE e nella SMS, però è più alto nelle femmine. La demotivazione è più presente nella SMS, tra i maschi, il “locus” di controllo è prevalentemente esterno (il locus di controllo esterno è composto da fortuna/facilità del compito/aiuto; quello interno da sforzo/impegno/abilità) ed i voti sono medio-bassi. Per quanto riguarda la frequenza degli alunni/studenti, il 45 per cento degli intervistati ha risposto: “più della metà degli alunni della mia classe studia l’italiano”, il 25 per cento che lo fa meno di metà classe, mentre il 21 per cento ha affermato “tutti gli alluni della mia classe studiano l’italiano”.

Puntare su escursioni, contatti diretti, giochi e internet

Interrogati sul modo migliore per studiare la lingua italiana, il 77 per cento degli studenti delle SMS ha indicato i “soggiorni” ed i contatti diretti (62,8 p.c.), mentre per il resto sono stati suggeriti il gioco (22 p.c.), le ricerche Internet (il 17,3 p.c.), gli esercizi su CD (15,8 p.c.), gli esercizi del libro (9 p.c.) e altro (l’11,3 p.c.).

Le attività preferite durante l’ora di italiano sono la visione di film (60,3 p.c.), il dialogo ossia la comunicazione orale spontanea (45,4) o quella su argomenti a scelta (32,4), il lavoro di gruppo (29,2), le esercitazioni grammaticali (26,4), le ricerche (19,8), l’ascolto dell’insegnante (19,5), l’ascolto di canzoni (17,4), la lettura di giornali (16,7), preparazione delle recite (11,1) e, infine, le domande dell’insegnante (9,1). Insomma, ai giovani piacciono maggiormente le attività “naturali” e meno “istituzionali” che contraddistinguono la loro età, la società odierna e il modo di vivere”, concludono le autrici.

Trattando dei capitoli del libro, Goran Filipi ha precisato che la prima parte del saggio “offre una rassegna storica ed epistemologica delle grandi correnti teoriche che hanno affrontato il problema della motivazione e dei suoi rapporti con l’apprendimento”. “La seconda parte del libro scopre, attraverso un’indagine delle aspettative degli alunni, quali strategie gli insegnanti dovrebbero attivare per impostare attività didattiche capaci di potenziarne la motivazione”. “Il terzo capitolo è dedicato all’insegnamento linguistico e rimette in luce la tesi che le parole non solo etichette e che studiare una lingua non significa apprendere semplicemente le sue parti costituenti”. “La quarta ed ultima parte raccoglie le considerazioni conclusive sia di ordine linguistico che psicologico, riconsiderando le ipotesi di partenza e le principali caratteristiche dell’insegnamento/apprendimento della lingua italiana come L2 nel territorio istroquarnerino indagato”.

Alla presentazione del volume, progetto editoriale della Società di Studi e Ricerca “Pietas Iulia”, la cui stampa si deve alla Casa editrice EDIT, la presidente della “Pietas Iulia”, prof. Nevia Močenić, responsabile della Sezione italiana per la formazione di maestri ed educatori, si è congratulata con le autrici (“provo orgoglio per questo loro nuovo successo”) ed ha ringraziato per l’appoggio finanziario il Ministero agli Esteri della Repubblica d’Italia e l’Unione Italiana. Un sentito grazie della Močenić ai responsabili dell’EDIT. Auguri alle docenti e colleghe anche da parte del Rettore dell’Università degli Studi di Pola, prof. Robert Matijašić, e della responsabile del Dipartimento di Studi di lingua italiana, prof. Elis Deghenghi Olujić. Caldi applausi a due bravi giovani musicisti polesi, Fabio e Chiara Jurić, studenti d’accademia di violoncello e pianoforte.

Rosanna Mandossi Benčić

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