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Statua di Santin, quattro offerte per realizzarla

TRIESTE. Le buste con la proposta di progetto, in risposta al bando di gara emesso dall’Istituto di cultura marittimo portuale che gestisce la Centrale idrodinamica in Porto vecchio, sono state aperte l’altra mattina in seduta pubblica. E tuttavia non c’è segreto più gelosamente custodito. Chi si è candidato a realizzare la statua commemorativa del vescovo Antonio Santin in cima al Molo IV, basamento di 7 metri o 7,50 e scultura di 2,50 o 3, per 10 metri di altezza in totale con impianto di illuminazione, per un costo complessivo di 110 mila euro Iva inclusa, salvo maggiori spese autorizzate dalla Regione finanziatrice (ma da coprire in forma autonoma)? L’unica informazione che a fatica supera il muro dei “non so” è che gli artisti candidati sarebbero quattro.

La commissione ha verificato per ora la documentazione richiesta, in una prossima seduta a porte chiuse valuterà la qualità artistica dei progetti, e in una terza fase (pubblica) prenderà contezza dell’eventuale ribasso economico offerto sulla base del bando, che calcola in 85 mila euro il compenso per progettazione ed esecuzione dell’opera. A quel punto la graduatoria sarà fatta, e il vincitore sarà stato deciso. Dal preliminare al collaudo non dovranno essere passati, secondo i termini del bando, più di 390 giorni, comunque oltre un anno.

Ma questo omaggio al vescovo come si ricorderà è passato per una bufera di polemiche, non solo per la dissuasione arrivata dai parenti, ma soprattutto dopo che l’artista isontino che aveva offerto di realizzare la statua gratuitamente era stato allontanato. E per la collocazione prescelta dopo che tante altre erano state negli anni scartate, e cioè il Molo IV. Per i contrari, assolutamente fuori luogo in area poco frequentata, semi-portuale, gravata da parcheggi e invisibile alla città. Giustamente sul mare invece, e con la sagoma rivolta verso la sua Istria, per i favorevoli. Che la situano proprio in cima al Molo, con l’ipotesi che per sostenerne il peso sia necessario rinforzare la base forse anche con un intervento di palificazione a mare.

Sta di fatto che la direttrice dell’Istituto di cultura marittimo portuale Antonella Caroli, responsabile del procedimento, era fuori Trieste e afferma di non saper nulla dell’esito dopo l’apertura delle buste cui non ha assistito, altrettanto sostiene la responsabile amministrativa della Fondazione, lo stesso dicono il consigliere di amministrazione Antonio De Paolo e l’architetto Fabio Assanti, autore del progetto preliminare, mentre il presidente dell’Istituto, Alfonso Maria Rossi Brigante, preferisce non dare alcuna risposta.

g. z./ www.ilpiccolo.it 23 ottobre 2013

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