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Slovenia-Croazia: rinviata decisione su confini (Il Piccolo 18 giu)

LUBIANA Contenzioso sloveno-croato sul confine, le carte restano coperte. A meno di 24 ore dal vertice europeo di Bruxelles, che sarà preceduto stamane da un nuovo incontro tra il commissario europeo all'allargamento Olli Rehn e i ministri degli Esteri di Slovenia e Croazia, Samuel Zbogar e Gordan Jandrokovic, Lubiana e Zagabria hanno preferito non rivelare quale sarà la loro risposta all'ultima iniziativa di Rehn, impegnato già da mesi in una difficile mediazione per cercare di risolvere il contenzioso confinario e togliere il blocco sloveno ai negoziati di adesione della Croazia all'Unione europea.

Per discutere dell'ultimo piano Rehn, corretto su insistenza della Slovenia dopo che la Croazia lo aveva accettato senza alcuna condizione, a Lubiana si sono riuniti ieri il governo e il comitato Esteri del Parlamento, ma senza prendere decisioni. Lo stesso premier Borut Pahor ha annunciato che deve discuterne ancora con i presidenti dei partiti parlamentari. La riunione è stata fissata per martedì prossimo, teoricamente ancora in tempo perché la presidenza ceca dell'Ue possa ancora organizzare la Conferenza di adesione della Croazia – che serve a fare il punto sui negoziati chiudendo e aprendo i vari capitoli negoziali – ma troppo tardi per sbloccare la situazione già al vertice di Bruxelles, come invece chiedeva il commissario per l'allargamento.

«Più che affrettarsi, è importante che si raggiunga una soluzione soddisfacente» – ha dichiarato ieri Pahor, aggiungendo che il processo avviato da Rehn è ancora aperto e che sarà concluso soltanto quando lo deciderà il commissario. Il capo del governo sloveno spera nel compromesso, ma ha altresì ricordato che è stata Zagabria a creare il problema avendo inserito nella documentazione negoziale con Bruxelles cartine e altri documenti che possono pregiudicare la soluzione del problema confine.

A Zagabria, intanto, il Ministero esteri croato ha respinto il giudizio del portavoce degli Esteri sloveno Milan Balazic sulla scarsa cooperatività dimostrata finora dalla parte croata. La Croazia aveva detto sì sia alla proposta francese della fine del 2008 sia al precedente piano Rehn, si legge in un comunicato del Ministero. È la Slovenia che non vuole risolvere il problema, sostengono a Zagabria, perché ha come unico obiettivo costringere la Croazia a concessioni territoriali.

Il contenzioso riguarda il confine marittimo con l'accesso sloveno alle acque internazionali, ma anche il confine terrestre, mentre il problema chiave del piano Rehn sono i criteri con cui affrontare la questione: Zagabria insiste sul diritto internazionale, Lubiana pretende un approccio più elastico che tiene conto soprattutto di elementi non giuridici.

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