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Sloveni perseguitati? (Il Piccolo 16 ott)

LETTERE

Così il giornalista conclude la pagina di domenica sullo scrittore Boris Pahor: «…e ancora oggi Pahor non le manda a dire a nessuno. Neanche al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che denuncia la barbarie delle foibe e dimentica di ricordare la persecuzione degli sloveni; quando arrivò il Regno d'Italia in 80 mila se ne andarono dalla Venezia Giulia per sfuggire alle violenze. Per non perdere la propria identità…». Ricordo che gli sloveni, con le loro organizzazioni più o meno segrete, volevano cedere una parte di territorio italiano alla allora Jugoslavia, cosa si dovrebbe ricordare? Chi era italiano solo per cittadinanza mentre per nome, cognome, lingua e cultura italiano non era? In quanto agli 80 mila sloveni che lasciarono la Venezia Giulia per sfuggire alle violenze, in parte si rifugiarono a Maribor (già Marburg an der Drau), novelli esuli che lasciarono i luoghi dove erano nati e trovarono rifugio nella loro madrepatria. Capiterà anche ad altri (ad esempio ai 3 milioni di tedeschi nei Sudeti…). Quindi contribuirono ad annacquare la percentuale dei germanofoni in quelle zone, i quali in soli tre anni, dal 1918 al 1921, passarono dall'80% al 25%. Furono forse attratti dalla giovane cultura slovena, abbandonando la marginale cultura germanica? Quanti persero la propria identità nella rinominata Maribor, dopo la strage (13 morti e 60 feriti) nella domenica di sangue a Marburg an der Drau del 27 gennaio 1919? Sarebbe istruttivo comparare la percentuale dei germanofobi attuale con quella del 1918 a Maribor (80%) ed ad Pettau, oggi Ptuj (86%) con quella dei slavofoni a Trieste nel 1918 con quella di oggi, tanto per avere un confronto sul trattamento offerto alle minoranze, ricchezza del territorio. Bisognerebbe sentire anche qualche associazione austriaca della Stiria su questi argomenti. Naturalmente bisogna rimarcare il solito assunto sloveno il quale, come dalla relazione della Commissione storica italo-slovena, afferma che «… le loro tradizionali istanze nazionali tese all'unione alla Jugoslavia di tutti i territori abitati da sloveni, anche di quelli in cui si riscontrava una maggioranza italiana…», valido anche per i germanofoni. Comodo ricordare in ogni occasione le violenze subite e dimenticare di ricordare le violenze inflitte ad altri, non solo Napolitano dimentica di ricordare…

Flavio Gori

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