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Sentenza beni: per Fini è apertura a Bruxelles (Il Piccolo 22 set)

ZAGABRIA Riguardo alla recente sentenza della Corte suprema croata che ha esteso il diritto alla denazionalizzazione anche ai cittadini stranieri (purché i beni in questione non facciano parte di un qualsiasi trattato internazionale e per l’Italia tornano in ballo il Trattato di Osimo e gli Accordi di Roma), Fini ha sostenuto che «la Croazia è fortemente impegnata perché questa riforma sia giustamente considerata per l’importanza che ha, nell’ambito delle istituzioni europee».

«Devo dire – è la replica del presidente del Sabor Bebic – che la Corte suprema ha preso questa decisione sulla restituzione dei beni alle persone che non hanno risolto tale problema con qualche accordo precedente. Quindi si darà la possibilità a tutti coloro che hanno fatto richiesta di avviare secondo le leggi vigenti in Croazia l’iter per la restituzione dei beni stessi a prescindere dalla loro nazionalità o provenienza».

«La parte italiana – ha concluso Fini – sottolinea l’ultima frase del presidente Bebic – ”a prescindere dalla nazionalità” che era una delle grandi questioni che in passato avevamo posto all’attenzione di Zagabria. È evidente che finita l’epoca del comunismo e apertasi una fase di liberalizzazione e quindi di restituzione ai legittimi proprietari di ciò che era stato statalizzato, non poteva esservi una discriminazione tra cittadini croati e cittadini di altri Paesi dell’Ue, questo per ribadire quanto lo spirito europeo possa essere quel balsamo che lenisce le ferite del passato».

(m.man. su Il Piccolo del 22 settembre 2010)
 

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