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Salvare il dialetto a Trieste (Il Piccolo 17 apr)

LETTERE

Leggo che il famoso critico dell’arte Dorfles compie 100 anni. Nelle sue riflessioni, tra l’altro, dice: «Non c’è più nessuno che esprime una critica negativa». Timore, paura, poca attendibilità, o preparazione? In effetti tutti noi, per non scontentare alcuni, scontentiamo noi stessi, anche per semplici reali banalità. Poi si lamenta dell’assenza dei dialetti, o della loro lenta agonia, anche del nostro idioma triestino. Leggo alcuni giorni fa che il «Mago de Umago» si lamentava in un’intervista che non ha visto concretizzare la sua opera sul nostro dialetto triestino, cui ha dedicato sette anni di ricerche, perché non ci sono fondi del Comune, Provincia, Regione e bla, bla, bla….. Ora lui dice: come mai per il dialetto friulano si trovano i fondi e per me che ho fatto ricerche e ho sacrificato tempo e danari, non c’è nemmeno un marengo?

Signor Mago de Umago, io non la conosco, ma ho potuto ascoltare le sue battute, witz vari, difetti della nostra gente, nel nostro dialetto. Penso che, se quello che dice è vero, lei merita un contributo da parte dei concittadini. Da parte mia inizierei con 2 euro. Come si fa con le donazioni via cellulare, chi vuol metter di più lo faccia. Così non morirà uno storico dialetto e la cittadinanza dimostrerà con poca spesa che è sensibile al messaggio.

Non so se si raggiungerà l’obiettivo, ma bisogna pur iniziare a farsi sentire. Pensateci con 30.000 persone volte 2 euro, salviamo il nostro dialetto e forse la nostra stessa identità.

Walter Chiurlotto

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