Rodolfo Ziberna ha illustrato le potenzialità di Gorizia Capitale Europea della Cultura

GO!2025 è un brand che ispira dinamismo, fervore e attività. GO!2025 è Nova Gorica Capitale Europea della Cultura 2025 in rappresentanza della Slovenia, ma insieme a Gorizia, la città a immagine e somiglianza della quale la Jugoslavia comunista realizzò la sua città di fondazione sviluppando quel quartiere del capoluogo isontino che il Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 aveva lasciato a est di un confine che ormai aveva preso le sembianze di una cortina di ferro che tagliava in due l’Europa.

L’indipendenza della Slovenia dalla Jugoslavia nel 1991, l’adesione di Lubiana all’Unione Europea nel 2004 ed i gesti distensivi e di riconoscimento delle reciproche sofferenze patite nel secolo dei totalitarismi e degli opposti nazionalismi compiuti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal suo omologo sloveno Borut Pahor (non a caso recentemente insigniti della Laurea Honoris Causa dall’Università degli Studi di Trieste) hanno aperto la strada a questa candidatura congiunta. Tanto più che nel frattempo sul territorio si è sviluppato un Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT) tra le due Gorizia che è tra i più virtuosi d’Europa: dove c’era divisione oggi ci sono condivisione di servizi e concertazione organizzativa, dove c’era contrapposizione oggi ci sono sinergia e prospettive europee.

Rodolfo Ziberna, Sindaco di Gorizia, ha illustrato i dettagli di questo piccolo miracolo nel corso della tavola rotonda organizzata con Massimo Mamoli (direttore dell’Arena di Verona) ed Alessandro Zangrando (responsabile delle pagine culturali del Corriere del Veneto, edizione del Nordest del quotidiano di via Solferino) dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia nell’ambito degli eventi della XX edizione di èStoria, il Festival internazionale della storia di Gorizia.

«Una storia condivisa in una regione di frontiera che ha vissuto guerre, invasioni e discriminazioni è impossibile – ha affermato Ziberna – Quel che abbiamo ottenuto è il reciproco riconoscimento di lutti e tragedie, la consapevolezza che i totalitarismi novecenteschi hanno colpito prima da una parte e poi dall’altra e oggi ognuno vede riconosciuta la propria memoria e riconosce la dignità di quella altrui»

L’adesione della Slovenia vent’anni or sono alle organizzazioni comunitarie ha consentito di abbattere quel confine che tagliava in due la città, ma negli ultimi anni, prima per il Covid, poi per l’emergenza terrorismo, sono tornati i controlli frontalieri: «Gorizia e Nova Gorica vivono in simbiosi – ha evidenziato il primo cittadino del capoluogo isontino – e ci stiamo adoperando affinché nel corso del 2025 non vengano rialzate le divisioni confinarie. Abbiamo un’agenda fitta di eventi condivisi e nella loro quotidianità i cittadini dell’una e dell’altra parte dell’effimero confine attuale ormai si spostano, lavorano e vivono il tempo libero come se facessero parte di un unico tessuto urbano. È questa quotidianità transfrontaliera ad avere rappresentato la carta vincente della candidatura congiunta»

Stimolato dalle domande dei due autorevoli giornalisti, Ziberna, il quale è pure componente dell’Esecutivo nazionale dell’ANVGD, ha tenuto a precisare che la vetrina europea che Gorizia allestirà fra pochi mesi non è solamente un successo della sua città, ma anche un’occasione di visibilità per tutto il Friuli Venezia Giulia: «Gorizia ha recuperato negli ultimi anni il contatto con il proprio retroterra nell’alto isontino oggi appartenente alla Slovenia, ma nel frattempo è diventata parte integrante del sistema Friuli Venezia Giulia , con le sue agevolazioni, le sue tutele per le minoranze linguistiche che a Gorizia sono presenti in maniera significativa e la sua vocazione a rappresentare un ponte fra il resto d’Italia e l’Europa orientale. In un’epoca in cui nuovi conflitti e vecchie contrapposizioni riempiono le pagine dei giornali, vogliamo rappresentare un esempio virtuoso: abbiamo lasciato alle spalle la dialettica, guardiamo insieme in direzione dell’Europa»

Lorenzo Salimbeni 

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