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Riconciliazione: le parole di Turk (Il Piccolo 17 gen)

LETTERE

Volevo intervenire in merito al dibattito sulla riconciliazione tra Italia, Slovenia e Croazia e sulle polemiche innescate dopo le dichiarazioni del Presidente della Repubblica slovena Danilo Türk. Mi rendo conto che è impossibile in questa rubrica approfondire argomenti importanti come le Foibe di cui sono stati vittime non soltanto gli italiani ma anche gli stessi sloveni, vedi gli oltre 10.000 infoibati sloveni a Kocevski Rog, i Domobranci consegnati dagli inglesi a Tito e infoibati. Fu una resa dei conti, un genocidio di classe. Tralasciando l’arrogante reazione dell’on. Menia sull’argomento, segno che il Presidente sloveno nonché diplomatico di prestigio ha colto un nervo scoperto della destra, vorrei esprimere la mia opinione sull’articolo apparso sul Piccolo del 9 gennaio a firma di Roberto Morelli. Il giornalista sviluppa le sue argomentazioni in maniera accattivante ma sbagliata alla radice e il motivo è molto semplice. Il Presidente sloveno ha espresso comune sentire del popolo sloveno sulle violenze perpetrate dal fascismo nel Litorale e nella parte orientale del Friuli Venezia Giulia. L’occupazione italiana dopo la fine della Prima guerra mondiale e il fascismo di «frontiera» poi, hanno immediatamente mostrato il loro volto violento non rispettando la popolazione slovena, ma con pervicacia cercarono di sradicare gli sloveni da quei luoghi attuando azioni di snazionalizzazione come la chiusura delle scuole, la distruzione dei libri sloveni, il cambiamento dei cognomi, il licenziamento o trasferimento dei dipendenti pubblici e costringendo moltissimi sloveni a emigrare. Gli sloveni non potevano parlare in pubblico, non era consentito loro assistere alla messa in sloveno: il musicista Alojz Bratuz di Gorizia è stato ucciso in maniera brutale soltanto perché insegnava le canzoni di chiesa in sloveno… il Tribunale Speciale…, nell’aprile del ’41, l’invasione e l’occupazione della provincia di Lubiana, la conseguente deportazione di massa di migliaia di sloveni nei campi di concentramento fascisti e loro morte per stenti… (La destra triestina e ampi settori cittadini ne hanno mai sentito parlare?). La Destra triestina, ma non solo, non ha mai preso una chiara posizione su questi fatti, ma ha sempre assunto dei comportamenti ambigui gettando fumo negli occhi dell’opinione pubblica. Ed è questo vuoto di memoria il vero nocciolo del problema, al di là dei bei discorsi e della retorica; è questo il significato della riflessione etica di cui parla il Presidente sloveno Türk.

Franco Kanzian

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