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Quei beni di valore pari a una Finanziaria (Il Piccolo 09 gen)

«Qui non si tratta di indennizzi. Il termine giusto per definire tutto questo è elemosina». L’avvocato Paolo Sardos Albertini, presidente della Lega nazionale, non nasconde la sua amarezza per un caso, quello del risarcimento ai Carciotti, che rientra in «un sistema che si muove su questa direzione – spiega Sardos Albertini -. La cosa non mi meraviglia. Il problema è che dovremmo essere risarciti da chi ci ha portato via ciò che avevamo, non da soggetti terzi. Il grosso equivoco è lì».

«Se dovessimo essere davvero risarciti in base al valore reale dei beni – aggiunge il presidente della Lega nazionale – lo Stato dovrebbe preparare un’altra Finanziaria… E inoltre sarebbe giusto che un contribuente di Catanzaro, per fare un esempio, si trovasse a pagare per qualcosa che non abbiamo subito dall’Italia?». «La strada della richiesta di restituzioni o assegnazioni di proprietà di pari valore – continua Sardos Albertini – è naufragata nel 1996, all’epoca del governo Prodi, quando il ministro Fassino è andato in Slovenia affermando di non avere più niente da chiedere loro. Ora, anche per un’eventuale trattativa con la Croazia, quel precedente ci ha tagliato le gambe».

«È una vergogna – sbotta il presidente dell’Unione degli istriani, Massimiliano Lacota -. La situazione è questa, se ne parla da anni. Si fanno cause, che anche si vincono ma non si riesce a far rendere esecutive quelle sentenze perché la legge dice che lo Stato, in caso di difficoltà economica, può pagare anche trent’anni più tardi». Lacota ricorda poi le azioni messe in piedi dall’Unione degli istriani: «Da un lato, per risolvere la questione dell’indennizzo da parte del governo italiano, con una proposta di disegno di legge condivisa anche dall’Angvd e dalla Federazione delle associazioni degli esuli, che definisce la possibilità di pagare il risarcimento complessivo da 5 miliardi di euro attraverso l’emissione di bond dalla durata ventennale. Quanto alle restituzioni – continua Lacota – nel 2006 abbiamo denunciato a livello europeo sia la Slovenia che la Croazia. Quest’ultima attende la pronuncia su un ricorso presentato da una cittadina brasiliano-croata, per vedere come muoversi. Infine voglio sottolineare che siamo riusciti a dimostrare che 165 cittadini italiani che hanno intentato cause all’Istria croata non siano riusciti, assieme ai 32 avvocati coinvolti, a superare il primo grado di giudizio per difficoltà di tipo politico».

L’auspicio del presidente della Federazione delle associazioni degli esuli, Renzo Codarin, è che «nel 2011, in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia e quindi di un anniversario simbolicamente importante, possa essere chiusa la questione degli indennizzi». «Soltanto un equo e sostanzioso risarcimento – afferma Codarin – può permettere di mettere la parola fine a una vicenda che dopo l’istituzione del Giorno del Ricordo non ha più senso tenere nascosta. Uno studio per arrivare a una cifra corretta dovrà essere fatto. Anche se la situazione economica del momento rende difficile la cosa: si parla infatti di miliardi di euro in tutto. Certo, poi, ci sono i ricorsi dei singoli: qualcuno riesce ma in tanti non riescono a recuperare tutti i documenti necessari a supportarli». (m.u.)

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