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La villetta nazionalizzata dai croati (Il Piccolo 09 gen)

Per quella casetta vicino a San Lorenzo di Daila spuntò alla fine dell’ottobre del 1998 un altro pretendente. Si tratta di Bruna Dieghi, triestina nata a Vienna, che tra gli anni Sessanta e Ottanta del secolo scorso risultava avere acquistato assieme al marito la casa in questione dal Comune di Buie, intestandola alla sorella Elvira Pistilli.

Dopo che nel 1955 la famiglia Madalen (di cui Sergio Carciotti e sua sorella Liliana sono eredi) aveva lasciato l’Istria e la proprietà di San Lorenzo, un loro parente era rimasto nell’allora Jugoslavia con l’incarico di amministrare la casa. Nel 1961 gli inquilini vennero sfrattati d’autorità e subentrarono loro Romano e Luciano Visentin, i quali non pagarano alcun affitto ai proprietari, facendosi anzi intestare l’immobile. Qualche tempo dopo una parte della proprietà, frazionata, passò appunto alla famiglia Dieghi. Quest’ultima iniziò a ristrutturare l’immobile, ampliandolo fino ad arrivare a una superficie complessiva di 160 metri quadrati sulla base del progetto redatto da un architetto di Lubiana.

Successivamente, il Comune di Buie iniziò a nazionalizzare prima una parte del terreno circostante, poi l’intera tenuta. Così, nel 1983, i Dieghi si ritrovarono costretti ad abbandonare anche la casa in quanto il tutto era divenuto “proprietà sociale” (statale). «Dovemmo lasciare anche i mobili – osservò nel 1998 Bruna Dieghi – che ci furono restituiti più tardi solo in parte. Ovviamente non ricevemmo alcun indennizzo. È da allora che sto cercando di ottenere giustizia, ma senza successo».

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