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Pola: «Necessità di civilizzazione prioritaria» (Voce del Popolo 17 ott)

Si chiama “Mille facciate”, ma per ora si comincia da…510, ordinatamente inserite nel ciclopico catalogo dei recuperi coniato al Municipio. Addirittura mezzo migliaio di caseggiati di Pola hanno trovato modo di essere presi in considerazione, per diventare un giorno oggetto di restauri alle facciate, comprese porte e finestre, ammesso che si riescano a reperire fonti e modalità di finanziamento, al fine di poter inaugurare a tappe un così ambizioso intervento.

 

A esibirci i mega cataloghi è il vicesindaco di Pola, Fabrizio Radin, che ci fornisce anche le maxi cifre che sarebbero indispensabili per procedere con trattamenti e terapie consolidanti per il nostro patrimonio architettonico. Il computo dei costi è approssimativo. Si parla di più di 48 milioni di kune da impiegarsi per ripristini più accorti e precisi su facciate di edifici storici, ville austriache in primis, che appartengono all’unicità del nostro lascito urbanistico-culturale, cui si aggiungono oltre 108 milioni di kune per altre facciate del centro città allargato (non solo rigorosamente storico), dalle più vetuste alle più moderne. Tutto sommato, l’intervento estetico si mangerebbe mezzo bilancio cittadino, 152 milioni di kune alias 21 milioni di euro, il che è tutto dire.

 

“Questa città – è la motivazione di Fabrizio Radin –, necessita più di tutte le altre del territorio istriano di rinnovare e mettere in ordine le facciate di un gran numero di edifici, sia pubblici che privati. Trattasi di un bisogno primario, di una necessità di civilizzazione prioritaria, che affonda radici nel passato. L’odierno stato di degrado delle facciate è in parte conseguenza degli attacchi aerei e delle vibrazioni a fine conflitto mondiale. È da allora che nessun vertice municipale, né popolare né democratico, ha trovato sufficiente forza, denaro, e in principio neanche interesse di collocare la questione del recupero delle facciate quale prioritaria. Oggi, noi lo facciamo, in quanto coscienti che non è possibile supportare in maniera efficace lo sviluppo delle attività economiche nel settore terziario – commercio, alberghiera e turismo – in una città dalle facciate disastrate”.

 

“Mille facciate” e finalità illustrate dal vicesindaco: ”definire e risaltare l’identità urbana attraverso la ristrutturazione delle facciate, in particolare del nucleo storico e di rioni cittadini caratteristici come quello residenziale di Veruda, con le sue ville austro-ungariche, nonché di altri preziosi segmenti di matrice urbana quali l’architettura industriale e militare del XIX e XX secolo”.
“Quale punto di partenza per questo ampio processo – specifica Radin -, è stato elaborato il catalogo dei recuperi comprensivo delle carte d’identità di ogni singolo edificio, che strada facendo verrà arricchito di dati aggiuntivi.

 

La catalogazione è stata realizzata nell’ambito dell’assessorato per la Pianificazione ambientale – Ufficio per il patrimonio storico-architettonico, ad opera degli architetti Barbara Belić-Runić, Nina Velkaverh e dell’assistente Marko Percan”. Si ragiona, in Municipio, che l’approccio alla rivitalizzazione del patrimonio urbano debba essere capillare e continuato, non limitato al ripristino degli elementi architettonici esterni delle facciate, ma esteso a una sistematica ristrutturazione degli edifici storici e degli insiemi ambientali, concentrandosi sugli aspetti della statica, del livello di degrado e di importanza dei caseggiati. A questo titolo si riportano dati fondamentali: ubicazione delle case, proprietà, epoca di costruzione, descrizione – valorizzazione in rapporto alla data della costruzione, peculiarità stilistiche, qualità dell’architettura, superficie delle facciate, descrizione degli interventi da fare come pure elementi per una valutazione preventiva dei costi.

 

Come spiegato da Radin: “Al fine di completare dette valutazioni, si parte da un’analisi dello stato di salute della facciata, dell’esigenza dei lavori da commissionare, della necessità di stesura della documentazione progettistica, inclusi gli aspetti della conservazione e restauro, per addivenire ad un coefficiente di complessità degli interventi”. Si apprende che ha fatto da falsariga anche l’esperienza accumulata con il progetto “Dolcevita”. I prezzi approssimativi degli interventi sono scaturiti dalla moltiplicazione della superficie della facciata per il coefficiente di complessità dell’intervento e il costo del lavoro in vigore per metro quadro.

 

(fonte “la Voce del Popolo” 17 ottobre 2012)

 

 

 

 

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