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”Pinocchio” scomodo: Zara contro asilo italiano (Apcom 02 lug)

Roma, 2 lug. (Apcom) – Anche "Pinocchio" può dare fastidio. Ritardi pretestuosi, ostacoli, intoppi legali. In una parola sola riluttanza nel riconoscere un'eredità culturale, prima che nazionale, che lega ancora Zara – l'odierna Zadar nella Dalmazia croata – all'Italia. Tutto questo si nasconderebbe dietro il rifiuto delle autorità zaratine a costruire un asilo con lingua d'insegnamento italiana che dovrebbe portare il nome del personaggio di Collodi. "Persiste ancora un'oggettiva difficoltà ad accettere che a Zara ci possa essere un asilo italiano. Sarebbe il simbolo del riconoscimento che la città dalmata è stata e rimane in parte italiana, oltre che ovviamente croata", spiega ad Apcom Maurizio Tremul, presidente dell'Unione italiana – organizzazione che raccoglie i circa 35mila italiani sparsi tra la Slovenia e la Croazia – promotrice in prima persona del progetto.

"Pinocchio", se verrà aperto, sarà il primo asilo italiano in Dalmazia, dopo oltre cinquant'anni. E invece, dopo un percorso ad ostacoli durato oltre tre anni, proprio quando sembrava ormai definita l'intera questione, le autorità cittadine di Zara hanno fatto marcia indietro, pretendendo che l'istituto adottasse il nome "Pinokio" e che il procedimento didattico fosse bi-lingue, croato-italiano.

Del caso è stato investito il Ministro degli Esteri Franco Frattini, a cui il deputato triestino del PD Ettore Rosato ha indirizzato una dettagliata interrogazione, che solleva il problema della tutela delle minoranze quale "criterio fondamentale per stabilire l'idoneità di Paesi potenziali candidati a far parte dell'Unione". In questo caso la Croazia.

"Abbiamo avuto oltre tre anni fa la disponibilità da parte della municipalità di Zara sull'istituzione di un asilo italiano – spiega Tremul – Abbiamo assicurato le risorse necessarie grazie ai fondi messi a disposizione dal governo italiano per acquistare la sede, le attrezzature, il materiale didattico. Al comune chiedevamo solo di stanziare lo stipendio degli insegnanti e di coprire le spese organizzative come per tutti gli altri asili in Croazia".

Fin qui tutto bene, ma proprio all'indomani della firma della lettera d'intenti con la città di Zara, sono sorte le prime difficoltà. La Municipalità ha voluto richiedere un parere direttamente al governo centrale di Zagabria. "Parere non richiesto, dato che per legge la responsabilità sull'istituzione degli asili ricade sulle autorità locali", puntualizza il presidente dell'Unione italiana. Fatto sta che Zagabria dopo alcuni mesi dà il via libera al progetto, che quindi torna nelle mani della città dalmata. Pochi giorni prima la firma dell'atto costitutivo dell'asilo, le autorità di Zara hanno accampato nuovi dubbi e perplessità sulla possibilità di aprire un asilo italiano, non essendo Zara una città bilingue.

"Dopo una serie infinita di schermaglie legali e aver appurato l'assenza di vizi legislativi, la municipalità ci ha mandato un contratto di cofondazione completamente diverso dal precedente, con l'indicazione del nome dell'asilo in croato – Pinokio – la comproprietà dell'edificio e il bilinguismo dei procedimenti didattici".

"Stiamo incontrando difficoltà che spero non siano dettate dalla mancanza di volontà di fare l'asilo, ma dall'ignoranza del problema", ha concluso Tremul. "Siamo pronti al compromesso, ma con punti fermi: l'asilo deve mantenere il nome e l'insegnamento in italiano. Spero che alla fine vinca la ragionevolezza. Sarebbe un bel gesto di europeismo e del rispetto dei diritti umani da parte della Croazia. Un buon biglietto da visita per le aspirazioni europee".

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