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opinione.it – 13.06.08 – Chiavari: da rifugio esuli a degrado pubblico

di Paolo Della Sala

La storia della Colonia Fara, a Chiavari, dimostra che il “pubblico” non solo non salva i “beni architettonici” ma spesso li riduce a macerie. Parliamo di un edificio di grande pregio, un mini grattacielo di dieci piani, attraversato da un corpo orizzontale, costruito in soli quattro mesi nel 1935, per ospitare le colonie marine dei Balilla. E’ stato vincolato dalla Sovrintendenza, limitatamente alla parte esterna. L’opera fu realizzata dall’architetto Camillo Nardi Greco, passato dal Déco eclettico al razionalismo. Dopo essere stata utilizzata alla fine della guerra per ospitare i profughi istriani, la Fara è andata degradando. Allo stato attuale è in sfacelo, con gli intonaci lato mare in fase di distacco e l’armatura corrosa. Ieri si è svolta una conferenza stampa del sindaco Agostino, il quale ha deciso di recuperare la parte orizzontale destinandola a spazi culturali ed espositivi, mentre il corpo verticale sarà destinato ad abitazioni private. Il tutto per 12 milioni di euro. Il sindaco è un imprenditore decisionista, che ha saputo “ripulire” la città nonostante l’opposizione diessina e il sonno di una parte del centrodestra. Dopo un deludente interludio di sinistra, è tornato alla guida della città con un vasto consenso popolare.

L’amministrazione precedente aveva pagato 52.000 euro per un progetto sulla destinazione d’uso della Colonia, affidato a Sviluppo Genova Spa, holding delle amministrazioni di sinistra, i cui obiettivi sono “Realizzare iniziative dirette sia alla riqualificazione ambientale, sia al riutilizzo di aree industriali dismesse o in via di dismissione”.Genova e provincia, come la Napoli de “La dismissione” del libro di Ermanno Rea, hanno subìto pesanti modifiche urbane: Fiumara, Erg, Campi, l’ex palazzo Ilva, la Darsena. A Chiavari Sviluppo Genova riprogetta la Colonia raddoppiando gli spazi e inserendo un hotel (privato), con la costruzione di altri tre edifici esterni. Tutti sono felici, la cosa sembra fatta, ma arrivano le elezioni e Chiavari torna a essere guidata da Agostino, il quale stabilisce nuovi criteri, con una gara che chiuderà la partita nel luglio 2008. Apriti cielo. Il presidente della Provincia Repetto propone di piazzare nella Colonia Fara tutte le scuole di Chiavari. Idea strampalata, perché si tratta di rifare tutte le scuole, buttando a mare l’esistente e spostando gli studenti dal centro in periferia. Agostino replica con un’osservazione ineccepibile: la Provincia cercava un sito di 10.000 mq, mentre la colonia Fara è meno della metà. Il progetto è irrealizzabile, oltre che a zero entrate. Il colpo più duro arriva dagli ambientalisti, con due ricorsi simultanei al TAR, da parte di Lega Ambiente e Italia Nostra. A questi si aggiunge Gli scogli srl, per una questione che sembra di altra entità. “Le regole non possono essere dettate da un’armata Brancaleone che ha preso il 14% dei voti”, esordisce Agostino. Italia Nostra (“Italia Loro”, dice il sindaco) cita come “buon progetto” quello di Sviluppo Genova che invece “…era uno scempio, mentre noi abbiamo mantenuto i vincoli della Sovrintendenza, senza aggiungere altri spazi”.

“Da anni le sinistre bloccano le case popolari”, aggiunge il sindaco. Se ne parlerà tra una decina di giorni al TAR regionale. Intanto i tigullini notano che gli ambientalisti non dicono più nulla su Sestri Levante (giunta di sinistra), un caso mondiale di Turbo-Edilizia. In una città di 18.000 abitanti in calo demografico, le sinistre hanno gestito la “dismissione” delle aree industriali. Negli ultimi anni si sono costruiti o avviati 1000 nuovi appartamenti, uno ogni 9 famiglie di residenti. Tutti in vendita a prezzi molto alti, e quasi tutti destinati a seconde case. Si noti che il mercato locale è del tutto fermo, ma allora chi compra quelle centinaia di seconde case? Perché nel frattempo Italia Nostra e Lega Ambiente avversano l’idea di vendere la fatiscente Colonia Fara, il che offrirebbe a Chiavari 12 milioni di euro, e spazi sportivi e culturali nuovi?

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