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Oltraggio alla Casa del Ricordo, nessuna intimidazione – 12feb15

 

L’oltraggio alla Casa del Ricordo dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati, inaugurata appena il 5 febbraio scorso alla presenza del presidente della Regione Lazio Zingaretti e degli assessori di Roma Capitale Marinelli (Cultura), e Paolo Masini (Scuola e delega alla Memoria), porta con ogni evidenza la firma di quei naufraghi delle violenze e delle intolleranze del secolo scorso rimasti sparuti e rabbiosi nostalgici delle guerre ideologiche ed etniche che hanno devastato l’Europa nel Novecento: squadristi orfani degli odi e delle brutalità praticati dalle dottrine totalitarie di ogni colore, vili esecutori di assalti notturni alla memoria dolorosa ma pacificatrice del sacrificio degli italiani del confine orientale che con la Casa del Ricordo hanno affermato la volontà di generare, dall’irreversibile condizione di esilio, cultura, storia e interazione sociale e civile. Una volontà che questo 10 Febbraio 2015, celebrato alla Camera dei Deputati alla presenza del Capo dello Stato Mattarella e delle più alte cariche dello Stato e in tutta Italia nelle sedi istituzionali, ha permesso di manifestare in tutta evidenza e con forza, confortata dalle espressioni del Presidente della Repubblica: «Per troppo tempo le sofferenze patite dagli italiani giuliano-dalmati con la tragedia delle foibe e dell’esodo hanno costituito una pagina strappata nel libro della nostra storia».

L’oltraggio alla Casa del Ricordo offende anzitutto gli esuli di prima generazione ma anche le più giovani, i discendenti che hanno appreso dai racconti dei famigliari le drammatiche vicende dell’esodo e lo strazio dell’abbandono forzato, ma anche un alto senso civico che con orgoglio vogliono affermare impegnandosi nella trasmissione della memoria, nella dimensione più ampia che la cornice europea permette e sollecita. Non saranno pochi, squallidi vandali ad intimidire questa determinazione, che la Casa del Ricordo rende visibile e condivisa.

 

 

Patrizia C. Hansen

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