ANVGD_cover-post-no-img

Nodo confinario, UE: vedetevela da soli (Voce del Popolo 23 giu)

BRUXELLES – "Il contenzioso confinario tra la Croazia e la Slovenia è una questione bilaterale che deve venire risolta dai due Paesi per cui, la futura presidenza svedese dell'Unione europea non ha intenzione di interferire nella vicenda". Lo ha dichiarato ieri a Bruxelles il ministro degli Esteri della Svezia, Carl Bildt. "Esistono vari blocchi posti da diversi Paesi per cui direi che sia giunto il momento di pensarci sopra. Secondo la nostra opinione, le questioni bilaterali quali il contenzioso confinario tra la Slovenia e la Croazia, non dovrebbero influire sui negoziati ma, come vediamo, si tratta proprio di questo. Spetta ai due Paesi meditare e vedremo se un comportamento del genere, in un prossimo futuro, darà qualche risultato", ha detto Carl Bildt, al quale è stato chiesto se la Svezia intende fare qualcosa di concreto, visto che, neanche dopo sei mesi, le iniziative del commissario europeo all'Allargamento, Olli Rehn, hanno dato risultati.

Conseguenze sia per la Slovenia sia per la Croazia

Invitato a essere più preciso e a spiegare quali saranno le conseguenze dell'attuale fase di stallo per Zagabria la quale auspica di terminare i negoziati entro la fine dell'anno in corso, Bildt ha detto: "Non posso essere più chiaro. Il problema deve venire risolto dai due Paesi. Circa le conseguenze, credo che ce ne saranno, sia per l'uno che per l'altro Paese, anche se in modo diverso".
Trattando l'argomento, una fonte diplomatica svedese, come rileva l'agenzia di stampa croata Hina, nel ribadire che ci saranno conseguenze, ha precisato che la Slovenia perderà "credibilità". E la credibilità è "la valuta con la quale si lavora nell'Unione europea". Circa la possibilità che venga ovviato al blocco togliendo a Lubiana il diritto di voto, la stessa fonte è stata categorica nell'affermare che ciò è impossibile, visto che "tale diritto è sancito dal Trattato europeo". Va detto che la Svezia assumerà ufficialmente la presidenza dell'UE fra una decina di giorni.

L'UE alza bandiera bianca

Quello che è certo è che gli sforzi del commissario all'Allargamento, Olli Rehn, e della troika europea per la soluzione del contenzioso non sono stati fruttuosi e pertanto non proseguiranno più. La futura presidenza svesede ha confermato che l'iniziativa di Rehn si è conclusa.

Türk: «Tutto dipende da Zagabria»

Il presidente sloveno, Danilo Türk, da parte sua, ha ribadito che "le possibilità per ovviare all'attuale situazione e garantire il prosieguo dei negoziati con Bruxelles, dipendono dalla volontà politica di Zagabria che non ha ancora preso la dovuta forma". Secondo lui, "non è ancora troppo chiaro se la Croazia voglia effettivamente entrare nell'Unione europea". Danilo Türk ha aggiunto pure che "nei rapporti con Zagabria, è necessario assicurare un adeguato livello di rispetto reciproco".
Ad Atene, intanto, il premier croato Ivo Sanader si è incontrato domenica con il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, con il premier ellenico, Kostas Karamanlis e con il collega finlandese, Matti Vanhanen. Al centro dei colloqui, il contenzioso confinario con la Slovenia e il blocco dei negoziati.

«Non abbiamo affatto rinunciato a negoziare»

Il premier croato Ivo Sanader ha respinto nei giorni scorsi le tesi secondo le quali la Croazia, non accettando le modifiche al piano del commissario all'Allargamento, Olli Rehn, ha rinunciato a proseguire nei negoziati per la soluzione del contenzioso confinario. "Noi abbiamo accolto il piano. Però in seguito gli sloveni hanno presentato alcuni emendamenti che modificano notevolmente la proposta iniziale", ha rilevato Sanader, aggiungendo di aver avanzato, per tale motivo, nuove proposte che potrebbero forse contribuire a sbloccare la situazione. Il premier ha esortato nuovamente i vertici di Lubiana a revocare il blocco dei negoziati di adesione croati con l'Unione europea. Il contenzioso confinario, ha sottolineato in questo ambito, potrà essere risolto anche successivamente.
Secondo il capo della diplomazia, Gordan Jandroković, il commissario Olli Rehn ha cercato di conciliare le posizioni contrapposte di Zagabria e Lubiana. Alla fine, ha aggiunto Jandroković, Rehn ha detto che il contenzioso confinario è un problema bilaterale che va risolto per il tramite di negoziati bilaterali. Ora, ha concluso il ministro, la Slovenia può percorrere due possibili strade: accettare il piano iniziale di Olli Rehn oppure una delle due proposte formulate dal premier croato Ivo Sanader.
Il primo ministro croato, lo ricordiamo, in seguito al naufragio della proposta di Rehn, ha detto che i governi e i Parlamenti della Croazia e della Slovenia dovrebbero approvare una dichiarazione comune ai sensi della quale verrebbe confermato che nessuna decisione e nessun documento pregiudicano la definizione dei confini. Nel caso nemmeno questa proposta dovesse venire accolta, ha aggiunto Sanader, esigiamo che venga richiesto "un parere comune dei servizi legali della Commissione europea e del Consiglio UE. Dovrebbero dirci chiaro e tondo se è possibile dal punto di vista giuridico che la Croazia, o qualsiasi altro Paese interessato dai negoziati con l'UE, possa pregiudicare la definizione dei confini. Se queste due istituzioni dovessero affermare che ciò è possibile, allora vedremo di quali documenti si tratta: in quel caso saremo disposti a ritirarli perché non vogliamo pregiudicare i confini".

Controversia su Krško: tutti cantano vittoria

Intanto a Zagabria l'Ente elettroenergetico croato ha annunciato che il Centro internazionale di Washington per la Risoluzione delle Controversie da Investimenti ha deliberato a favore della Croazia nella causa avviata per ottenere dalla Slovenia il risarcimento per la mancata erogazione della corrente prodotta dalla centrale nucleare di Krško nel periodo dal primo luglio 2002 al 18 aprile 2003. Il presidente del gruppo tecnico che ha rappresentato Lubiana nella controversia, Martin Novšak, ha però affermato che il procedimento di arbitrato non si è affatto concluso per cui è fuori luogo parlare di un successo dell'Ente elettroenergetico croato. A luglio a Parigi, ha aggiunto Martin Novšak, i giudici saranno chiamati a deliberare sulle osservazioni mosse dalla Slovenia, la quale ha buone possibilità di vincere la causa.

Silvano Silvani

 

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.