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Niente Regione, l’Istria si ribella a Zagabria – 07ott13

Ritornano i toni di fuoco tra l’Istria e il potere centrale in seguito alla proposta di Zagabria di snellire l’assetto territoriale–amministrativo del paese introducendo cinque regioni al posto delle attuali 20.

Non è una novità assoluta, se n’è parlato anche in passato, poi la questione finiva nel cassetto visto le aspre reazioni dalla base, non solo dall’Istria. Quest’ultima in base alla proposta verrebbe accorpata alla nuova Regione Alto Adriatica assieme all’attuale Regione Litoraneo Montana e alla Lika. Ebbene la Dieta democratica istriana ha mostrato i denti a Zagabria dicendo “No passaran”, per tutta una serie di argomentazioni storiche, culturali e linguistiche.

Alla conferenza stampa convocata dai massimi esponenti dello schieramento regionalista escluso il leader Ivan Jakovcic, il deputato Valter Boljuncic ha affermato trattarsi di un perfido tentativo di eliminare l’Istria come regione.

Alcuni visibili passi ha spiegato, Zagabria li ha già compiuti sopprimendo il Tribunale commerciale di Pisino le cui competenze sono passate a quello di Fiume, trasferendo sempre a Fiume le direzioni delle dogane e delle imposte e soffocando il traffico ferroviario in Istria diventato un binario quasi morto. Per il vice presidente della Dieta democratica istriana Giovanni Sponza, stiamo assistendo a un’altra storia senza capo né coda in salsa croata. Per gli Istriani ha detto, la nuova geografia territoriale significherebbe un tonfo della qualità della vita.

Ogni riforma radicale cosi ancora Sponza, deve partire dai cittadini e non venir imposta. Secondo l’altro vice presidente del partito Boris Miletic il potere vorrebbe accentuare ulteriormente la centralizzazione di cui la Croazia è campione mondiale. I paesi e le società più evolute, ha aggiunto, tendono al massimo decentramento decisionale e delle risorse finanziarie. Noi in Istria ha detto ancora, abbiamo dimostrato di saper offrire in tempi rapidi ai cittadini, tutti i servizi di cui hanno bisogno. Figurarsi cosa succederà ha concluso, se dovranno attendere dei permessi o altri documenti da Fiume e Zagabria.

Anche su questo tema la Dieta democratica istriana è su posizioni opposte al Partito socialdemocratico che è il partner nella coalizione di centrosinistra al potere. Inutile dire che il declassamento dell’Istria comporterebbe dolorose conseguenza e implicazioni per la Comunità nazionale italiana. Innanzitutto non vivrebbe più in una regione bilingue come è ora l’Istria, e nella tutela dei suoi diritti non potrebbe più contare sull’appoggio delle strutture regionali.

p.r. / www.ilpiccolo.it 5 ottobre 2013

 

 

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