Nazario Sauro, un patriota da ricordare

Lettera pubblicata sulla rubrica Segnalazioni del quotidiano Il Piccolo di Trieste sabato 30 agosto.

Nazario Sauro una figura complessa

In risposta a quanto letto in questa rubrica domenica 24 agosto, una conoscenza superficiale o per sentito dire di Nazario Sauro (1880-1916) non consente di comprendere la complessità di una figura che non solo le principali associazioni degli esuli giuliano-dalmati ed il Comitato Onoranze a Nazario Sauro celebrano, ma anche le istituzioni civili: la recente cerimonia in suo onore era patrocinata dal Comune di Trieste e dal Consiglio Regionale del Veneto.

Le forti correnti che si incrociano attorno allo scolio della Galiola all’entrata del Carnaro furono fatali per l’esito della missione del sommergibile Pullino su cui era imbarcato Sauro e che si incagliò nella notte tra il 30 e 31 luglio 1916. Col grado di Tenente di Vascello stava combattendo per quella che sentiva la sua Patria, l’Italia, raggiunta appena l’Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia scatenando la Prima guerra mondiale. Ricordiamo che dal famigerato editto della Consiglio della Corona del 12 novembre 1866, la vita per gli italiani ancora sudditi di Francesco Giuseppe dopo tre Guerre d’Indipendenza si era fatta difficile, poiché erano iniziate politiche snazionalizzatrici e la strategia del divide et impera tra opposti nazionalismi, con gli Asburgo sostenitori del nascente nazionalismo slavo, che si era dimostrato tuttavia lealista, e delle sue rivendicazioni nei confronti degli italiani, considerati tutti pericolosi separatisti. Una politica che porterà non solo al crollo dell’Impero austro-ungraico ma anche a tragiche conseguenze che si ripercuoteranno nel corso del Novecento.

Sauro comunque non fu un disertore, in quanto era stato scartato alla visita di leva causa una ferita all’occhio che si era procurato lavorando come marittimo civile. A prescindere da questo dettaglio che non fu preso in considerazione durante un processo che si era già deciso come doveva terminare (appena iniziate le udienze fu chiamato da Vienna il boia che pochi giorni prima aveva impiccato a Trento Cesare Battisti e Fabio Filzi) e dai meriti acquisiti nelle precedenti missioni che gli valsero la Medaglia d’Oro al Valor Militare, la figura dell’irredentista capodistriano si era messa in evidenza già prima dello scoppio del conflitto.

Il suo irredentismo era di matrice mazziniana, era grande amico di Pio Riego Gambini, fondatore del Fascio Giovanile Istriano che raccolse la gioventù italiana di Capodistria e non solo attorno a ideali patriottici declinati secondo il pensiero repubblicano di Giuseppe Mazzini. I due amici, caduti entrambi durante la Grande guerra, venivano chiamati “il Mazzini dell’Istria” (Gambini, ideologo e grande organizzatore) ed “il Garibaldi dell’Istria” (Sauro, uomo d’azione). E tale soprannome Sauro se lo meritò perché, come Garibaldi, combattè non solo per la propria Patria, ma anche per gli altri popoli oppressi, sposando in particolare la causa dell’indipendenza albanese dalla dominazione dell’Impero ottomano. Sostenne la comunità albanese triestina che si faceva portavoce delle istanze indipendentiste, ma portò anche clandestinamente armi ai combattenti in Albania. E la dedizione a questa causa è dimostrata anche dal fatto che Albania fu il nome che dette a una delle sue figlie.

Tutti i suoi figli ebbero nomi che richiamavano i suoi ideali patriottici e a loro e alla moglie lasciò due lettere che testimoniano la profondità d’animo di un marinaio che si divideva tra i doveri del padre di famiglia e l’amor di Patria e che anche la Marina della Repubblica italiana ha voluto onorare dedicandogli un sommergibile varato nel 1976 e oggi diventato un museo galleggiante.

Fulvio Sluga
Presidente Comitato Onoranze al T.V. Nazario Sauro – M.O.V.M. 

La copertina del fumetto che l’ANVGD ha dedicato a Nazario Sauro
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