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Napolitano non va a Porzûs, scoprirà una targa a Faedis

Torna in regione il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per una visita che martedì e mercoledì prossimi interesserà però soltanto le province di Udine e di Pordenone. Occasione particolarmente significativa per celebrare la ricostruzione del Friuli (Gemona sarà una sorta di capitale di questo mini tour) proprio mentre un nuovo terremoto ha scosso una zona vicina, l’Emilia creando nuovi lutti e distruzioni mentre l’Italia si dibatte tra la crisi economica e il riaffiorare del terrorismo. Ma ci sarà un’altra tappa di portata storica nel viaggio del Capo dello Stato: Porzûs dove nel febbraio 1945 i partigiani comunisti sterminarono venti combattenti per la libertà della Osoppo, perlopiù azionisti e cattolici. «Molto difficilmente il presidente salirà alle malghe perché oltretutto è reduce da un viaggio abbastanza faticoso in Sicilia (dove è stato reso omaggio al ricordo dei giudici Falcone e Borsellino, ndr.), ma è certo che scoprirà la targa in memoria delle vittime di Porzûs nel municipio di Faedis», hanno ribadito ieri dall’ufficio stampa del Quirinale.

 

Il programma ufficiale però deve appena ottenere l’approvazione dello stesso Capo dello Stato che da ex esponente di spicco del Partito comunista italiano compie un gesto di particolare significato anche a livello personale. Ma l’omaggio di Faedis-Porzûs completa un triplo “pellegrinaggio” di ristabilimento dell’obiettività storica che ha dovuto attendere quasi settant’anni per essere compiuto. La prima tappa nel luglio 2010 a Trieste con il concerto in piazza dell’Unità d’Italia del maestro Riccardo Muti alla presenza dei tre presidenti di Italia, Slovenia e Croazia: Napolitano, Danilo Turk e Ivo Josipovic. In precedenza l’omaggio congiunto ai simboli della repressione fascista (il Balkan) e dell’esodo al quale la Jugoslavia di Tito costrinse 300mila italiani. Poi nel settembre dell’anno scorso il concerto con Napolitano e Josipovic all’arena di Pola dove i due Capi di Stato hanno chiesto scusa per i misfatti compiuti dai due regimi totalitari che le due nazioni hanno dovuto sopportare.

 

Il silenzio, finalmente rotto a livello nazionale negli ultimi anni, ma che per decenni era stato calato sulle foibe, l’esodo e Porzûs, aveva sorto l’effetto di stabilire un monopolio comunista sulla Resistenza, dando ossigeno anche al neofascismo e ghettizzando la storia d’Italia su posizioni estremistiche. Tornando alla visita presidenziale, Napolitano dovrebbe arrivare all’aeroporto di Treviso nella mattinata di martedì per poi presenziare all’università di Udine al film “Carnia 1944. Un’estate di libertà”. Attorno a mezzogiorno l’arrivo a Faedis dove verrà ricevuto dal sindaco Cristiano Shaurli e come detto scoprirà una targa in memoria dell’eccidio. Quindi a Illegio dove è prevista una rapida visita alla mostra d’arte sacra “I bambini e il Cielo” allestita dal comitato di San Floriano.

 

Verso le 17.30 l’arrivo a Gemona che ha deliberato di assegnare a Napolitano la cittadinanza onoraria. Qui ci sarà anche il governatore Renzo Tondo, il sindaco Paolo Urbani e numerosi primi cittadini del Friuli. Al cimitero di Gemona il presidente renderà omaggio alle vittime del terremoto del 1976, poi nelle vie della città il saluto dei gemonesi e delle scolaresche, la visita al duomo, dopodiché il presidente verrà accolto nel cinema teatro dove gli sarà consegnata la cittadinanza onoraria e dove pronuncerà un discorso. Il giorno dopo, mercoledì 30 maggio, Napolitano sarà invece a Pordenone dove incontrerà le autorità locali in municipio. Quindi all’hotel Moderno dove si riposerà un po’ prima di effettuare una visita al Polo tecnologico. Infine il trasferimento in macchina ad Aviano dove lo attenderà l’aereo presidenziale per riportarlo a Roma.

 

Silvio Maranzana

“Il Piccolo” 26 maggio 2012

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