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Morto Cibin, l’angelo custode di Papa Wojtyla (Il Piccolo 26 ott)

CITTÀ DEL VATICANO Anche se il protocollo ufficiale non lo prevede, l'intera Città del Vaticano ieri era in lutto: è deceduto, nella Clinica Pio XI, dove era degente, il commendatore Camillo Cibin, triestino, storico capo del Corpo della Gendarmeria vaticana. Aveva 83 anni ed era in pensione dal 2006, dopo ben 58 anni di servizio. Era stato l'«angelo custode» di Giovanni Paolo II durante tutto il suo Pontificato, sempre con grande discrezione ed evidente affetto (gli Esuli lo ricordano bene in tutti gli incontri avuti ndr). Nel maggio dell'81, al momento dell'attentato compiuto da Alì Agca in piazza San Pietro, aveva presentato le sue dimissioni ma il Pontefice le aveva respinte.

«Nel suo servizio di lunghissimo corso – ha commentato ieri la Radio Vaticana – ci sono stati certamente un giorno, un'ora e un minuto, che non avrebbe mai voluto vivere: quel 13 maggio 1981, ore 17.17. In quell'istante di 28 anni fa, Giovanni Paolo II cadeva ferito e insanguinato, vittima dell'attentato compiuto dal turco Alì Agca. Fu un giorno di emozione e di dolore, che Camillo Cibin, nominato ispettore generale nel 1971 durante il Pontificato di Paolo VI, visse da testimone». L'emittente della Santa Sede ha ricordato anche che il commendator Cibin «fu anche testimone di 104 viaggi apostolici di Papa Giovanni Paolo II all'estero, di quelli italiani e dei soggiorni estivi di Lorenzago di Cadore e di Introd». Quella di Cibin è stata dunque «una carriera di straordinarie responsabilità e contraddistinta anche dalla riconferma ricevuta per un anno, nel 2005, da Benedetto XVI». Cibin, di origini triestine, andò in pensione il 3 giugno 2006, dopo ben 58 anni di servizio, lasciando il posto al suo vice di allora Domenico Giani, tuttora ispettore generale della Gendarmeria.

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