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Mons Crepaldi: Menia? Solo provocazioni (Il Piccolo 17 ott)

«Semplici provocazioni cui non dare peso, i valori sono più importanti», così il vescovo Giampaolo Crepaldi ha liquidato in un breve accenno le pesanti critiche con cui Roberto Menia ancora allergico ai saluti espressi dal clero in lingua slovena aveva accolto la sua prima uscita pubblica. Lo ha fatto nel primo incontro convocato in Seminario con tutti i sacerdoti della diocesi. Una amabile assemblea plenaria «cui hanno partecipato proprio tutti – racconta don Mario Del Ben, vicario episcopale per il coordinamento della Pastorale -, c’era naturalmente molta curiosità, erano presenti circa 120 tra parroci, sacerdoti e diaconi».

Crepaldi ha rivelato a tutti: «Non conoscevo la realtà di Trieste, avendo sentito che ci sono fedeli sloveni e che sono una componente non trascurabile della città già a Roma avevo cominciato a studiare la lingua, ma poi mi sono reso conto che non era il caso, che è meglio imparare sul posto». Un sacerdote sloveno si è alzato, e gli ha voluto raccontare che ormai i problemi tra clero italiano e sloveno sono finiti, e che anzi i sacerdoti italiani suppliscono spesso alla attuale scarsità di preti sloveni.

Molto emozionato si è detto il vescovo che proviene dal Vaticano di fronte alla platea. È la prima volta, ha confessato, che ha una diocesi tutta sua e dei sacerdoti «suoi», «certo che ho tenuto tante conferenze, ma era una responsabilità diversa».

«Crepaldi – dice don Del Ben – ha chiesto amicizia, ”di darla e di accoglierla”». Ma poi ha dato anche una direttiva che probabilmente sarà il segno distintivo del suo mandato: stare nella storia e nella cronaca, e non fuori nella protezione della «spiritualità». «Il vescovo – ricorda ancora il vicario – ha richiamato all’opportunità di una formazione permanente, e dello stare sempre nella storia che cammina, perché lo spirito del Signore, ha aggiunto, cammina con la storia, e bisogna essere molto sensibili a ogni avvenimento in quanto esso porta nuove sfide e interrogativi alla Chiesa».

Altre particolarità significative del proprio debutto come vescovo a Trieste Crepaldi le ha volute individuare in alcune coincidenze: «Non mi ero accorto – ha confessato ai sacerdoti – di aver fissato la data del mio arrivo a un anno esatto dalla beatificazione di don Bonifacio, la cui cerimonia si era svolta a San Giusto proprio il 4 ottobre del 2008, inoltre proprio in questi giorni si è conclusa la fase di studio della diocesi triestina sul processo di beatificazione di don Jacob Ukmar e gli incartamenti sono stati inviati a Roma, mentre nel frattempo a Roma si è invece conclusa la fase preliminare di analisi per la beatificazione di don Marcello Labor».

Salutato infine da padre Luigi Sion, settantacinquenne missionario da 20 anni in Kenya dopo essere stato per 18 in Laos e per altri 12 in Uruguay, Crepaldi – prima del pranzo collettivo che ha concluso l’incontro – ha distribuito un fascicolo che contiene «le linee pr ogrammatiche sulla vocazione di ogni persona». «Un lavoro fatto l’anno scorso – conclude don Del Ben – all’interno del Consiglio presbiteriale per essere presentato al nuovo vescovo, che costituisce una linea di continuità col vescovato di Eugenio Ravignani». (g. z.)

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