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Minoranza slovena chiede incontro a Roma (Voce del Popolo 15 gen)

TRIESTE – I presidenti delle due principali organizzazioni della minoranza slovena, l’Unione economico culturale slovena (SKGZ) e l’Unione delle organizzazioni slovene (SSO), rispettivamente Rudi Pavšič e Drago Štoka, hanno inviato nei giorni scorsi una lettera al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e ai presidenti di Camera e Senato, Gianfrando Fini e Renato Schifani, nella quale denunciano le grosse difficoltà che sta attraversando la comunità slovena a causa dei recenti tagli finanziari.

DECURTAMENTI Il governo italiano – scrivono i presidenti dell’SKGZ e dell’SSO, Pavšič e Štoka –, ha già decurtato sigificativamente i mezzi per la minoranza slovena nella Finanziaria, ovvero nel bilancio preventivo per il 2010, mezzi che l’Esecutivo è tenuto a stanziare in base all’art.38 della legge di tutela del 2001. I finanziamenti, che nel 2009 ammontavano ad oltre cinque milioni di euro, quest’anno sono stati decurati di circa un milione, ovvero di un quinto. Il governo aveva promesso di reintegrare il milione di euro entro l’anno nell’ambito della cosiddetta ‘legge omnibus’, cosa – affermano Pavšič e Štoka –, che non è avvenuta. Ora si spera soltanto che i mezzi mancanti possano essere recuperati nel quadro delle disposizioni anticrisi che il governo si appresta a varare entro questo mese.

L’ATTIVITÀ Le minori dotazioni finanziarie – scrivono ancora Pavšič e Štoka –, rischiamo di mettere a repentaglio le attività della minoranza slovena, e di compromettere gravemente le sue possibilità di sviluppo. A tal fine i presidenti dell’SKGZ e dell’SSO chiedono un incontro con le massime autorità a Roma per discutere delle problematiche e delle difficoltà che la minoranza sta attraversando.

TOPONOMASTICA Ieri, dal canto suo, il consigliere regionale del PD, Igor Gabrovec ha sollevato un’altra questione relativa alla comunità slovena. Il consigliere ha presentato, infatti, un’interrogazione in merito ai cartelli bilingui nella Val Resia. Gabrovec, che è consigliere di riferimento per la Slovenska skupnost, ricorda che sono passati oltre quindici anni da quando il Comune di Resia ha provveduto, con delibera del Consiglio comunale (14 voti favorevoli su 15) all’apposizione di cartelli bilingui italiano-resiano all’ingresso e all’uscita dai centri abitati in ogni frazione del comune.

“È di queste settimane la notizia che la nuova amministrazione comunale ha fatto sostituire i cartelli con dei nuovi contraddistinti da semplici quanto irrazionali modifiche delle denominazioni resiane di alcune frazioni”, ha comunicato in una nota il consigliere.

DENOMINAZIONI Gabrovec ha specificato, inoltre, che “le modifiche delle denominazioni sarebbero state decise senza il coinvolgimento del Consiglio comunale, ma anche senza alcun approfondimento scientifico che ne motivi le variazioni. Si consideri – ha aggiunto Gabrovec –, che le precedenti denominazioni venivano adottate a seguito di due convegni scientifici internazionali sul resiano e, quindi, con l’avallo di esperti riconosciuti, mentre per le recenti variazioni sarebbe bastata l’opinione di una commissione locale istituita per l’occorrenza”.

FINANZIAMENTI La sostituzione dei cartelli sarebbe stata finanziata con i fondi previsti dalla legge nazionale 482/99 che tutela le minoranze linguistiche storiche in Italia. “In questo specifico caso, il finanziamento è stato reso possibile per il semplice fatto che il resiano è riconosciuto come dialetto di origine slovena e come tale avente diritto alla salvaguardia e promozione”, ha proseguito Gabrovec, che chiede pertanto alla Giunta di verificare la legittimità del finanziamento in oggetto e del suo impiego. (em)
 

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