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Messaggero Veneto – 041007 – Il modello di integrazione degli esuli giuliano-dalmati

L'esodo delle popolazioni giuliano-dalmate in Friuli è stato al centro del
convegno organizzato dal centro culturale Del Noce, presieduto da Roberto
Castenetto in Provincia su "50 anni di presenza degli esuli giuliani e
dalmati nella Destra Tagliamento. Contributi per una ricostruzione storica".
Il convegno ha registrato gli interventi di Guido Porro, esule istriano e
studioso, Guido Rumici, storico, e Silvano Varin, rappresentante dell'Associazione
nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che hanno messo in evidenza
rispettivamente l'opera compiuta dagli esuli nella Destra Tagliamento, la
situazione degli italiani rimasti in Istria e le prospettive che si aprono
grazie al processo di unione europea.
Il presidente della Provincia, Elio De Anna, ha sottolineato «l'importanza
del modello di integrazione offerto dagli istriani, che hanno saputo
inserirsi nelle realtà locali, portando un contributo di cultura e di
laboriosità». Un'integrazione «"silenziosa", senza rivendicazioni di piazza,
un inserimento sottovoce tra le genti locali».
Guido Porro ha ricordato la feroce persecuzione religiosa subita dalla gente
istriana, evidenziando come, recentemente, sia stato il primate della Chiesa
cattolica croata stesso a denunciarla. Guido Rumici ha evidenziato «l'importanza
di narrare, oltre alle vicende diplomatiche e politiche di quegli anni,
soprattutto il vissuto delle persone». L'esule Francesco Tromba ha ricordato
il dramma dell'arresto e dell'infoibamento di suo padre da parte dei
partigiani comunisti di Tito. Silvano Varin, infine, ha auspicato che «nel
processo di unificazione europea trovi spazio l'identità istriana, che non è
mai stata un fatto nazionalistico, bensì la capacità di convivenza tra
lingue e culture diverse».
Massimo Vendramini

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