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Medaglia zaratina e mancato valor militare (L’Opinione 11 mag)

di MARCO BERTONCINI

Una curiosa proposta di legge è in transito per la Commissione Difesa della Camera. Finora ha trovato un itinerario parlamentare spedito, senza riserve o critiche. Essa intende istituire una nuova medaglia, intestata "al merito delle popolazioni di Fiume, Pola e Zara", da conferire alle associazioni dei "Liberi Comuni'' delle tre città, con riferimento non soltanto alle tragiche vicende patite durante e dopo la seconda guerra mondiale, ma altresì alle epoche anteriori, in particolare alla grande guerra. La definizione di "curiosa'" nasce dalla constatazione dell'assenza di qualsiasi precedente, quanto ad onorificenze, di una simile decorazione. La nuova medaglia, poi, si riallaccia a una vicenda schiettamente italica, intricata e ignota, sulla quale ha scavato, con profonda acribia e ricchezza di documentazione. Paolo Simoncelli, ordinario di storia moderna a Roma-La Sapienza, nella ricerca "Zara. Due e più facce di una medaglia" che, con postfazione di Ottavio Missoni, esce presso Le Lettere pp. 146, euro 15). Il martirio di Zara, unica città dalmata con schiacciante maggioranza italiana nel primo Novecento, si evince dalle decine di bombardamenti patiti fra il 1943 e il 44. dalle distruzioni veramente a tappeto patite, dalla tragica condizione di eentro sotto la nominale sovranità italiana, occupato dai tedeschi, rivendicato dai croati, circondato e alla fine conquistato dai titini, i quali aggiunsero massacri ai morti dei bombardamenti. Oltre ventimila zaratini lasciarono la loro terra, dal '14 divenuta una città slava. Tremila zaratini avevano invece pagato con la vita gli eventi bellici. Per segnare la riconoscenza della madrepatria alla città venne proposta dall'Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, la concessione della medaglia d'oro al valor militare al gonfalone di Zara. Eravamo negli anni Settanta.

Più tardi fu la volta del sindaco del Libero Comune di Zara in esilio a rilanciare l'iniziativa. Il comunismo era già crollato. La Jugoslavia era scomparsa. Intervenne pure un capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro, nel suo messaggio per il 1998, ricordando quanto patirono gli esuli.

A questo punto poteva partire il non facile viaggio per giungere alla concessione della medaglia. Le tappe sono rievocate da Simoncelli. con amara precisione di storico neutrale, ma altresì con severa condanna etica e civile. La motivazione della medaglia d'oro subì svariate modificazioni.

Silenzio sui bombardamenti alleati. Citazione dell'immancabile "invasore tedesco". Non un cenno ai misfatti iugo-comunisti. Ne derivò una mitologica resistenza zaratina ai tedeschi, comodo cuscino sul "quale sfogare qualsiasi indiretta accusa, dalle bombe aeree alla pulizia etnica degl'italiani. Tale resistenza procedeva imperterrita sino al termine della guerra mondiale, nonostante i tedeschi avessero lasciato Zara nell'autunno del '44. C'è da vergognarsi, leggendo le pagine di Simoncelli, per quanto è stato perpetrato, anche soltanto sul piano storico.

Successo a Scalfaro Ciampi, il nuovo presidente conferì la medaglia d'oro a Zara. Silenziosamente, però. E con la risibile motivazione magistralmente ricostruita da Simoncelli. Si era nell'autunno del 2001 e la prevista visita presidenziale in Croazia invitò alla prudenza. Gli uffici del Colle annunciarono a-gl'interessati (fra i quali Ottavio Missoni, sindaco del Libero Comune di Zara in esilio) che successivamente, il 13 novembre 2001, si sarebbe svolta la cerimonia ufficiale di assegnazione della medaglia.

Quando la notizia si riseppe, apriti cielo! Insorse la Repubblica di Croazia, e la cerimonia venne rinviata per "impegni istituzionali" del presidente. La lettera di conferimento della medaglia scomparve poi dal sito quirinalizio.

Tutto si risolse all'italiana. Il conferimento della decorazione fu collocato nel dimenticatoio. Quando l'attuale inquilino del Quirinale rivolse severe espressioni contro "il disegno annessionistico slavi)" che aveva assunto forme di "pulizia etnica" contro gl'italiani, di nuovo le autorità croate insorsero, con violenza verbale. Napolitano mantenne le posizioni assunte, pane a un certo momento che si potesse recuperare la medaglia congelata, ma nulla avvenne di concreto. Gli anni passano e nulla procede. Infine, da poche settimane si discute della nuova medaglia "al merito delle popolazioni". Ma quella al valor militare resta nei sotterranei della storia. Dai quali l'ha tolta, con grande merito, Paolo Simoncelli.

 

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