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L’Istria di Nino Benvenuti – 24giu13

«Isola è stata la mia palestra, sportiva e di vita. È qui che ho iniziato a tirare pugni. Non a fare boxe, ma a tirare pugni. Non c’è una ragione precisa. Uno si sveglia una mattina ed ha voglia di fare una cosa. Io di tirare pugni».

Non è – o almeno non è soltanto – una splendida storia sportiva, è anche e soprattutto la storia di un ragazzo e della sua terra, l’Istria, è il romanzo di un’infanzia dura, sconvolta dalla furia della Guerra – e dalle spartizioni e deportazioni che ne seguirono in quella parte d’Italia – è il racconto della giovinezza di Nino Benvenuti, che grazie (anche) al pugilato riuscì a superare i traumi del Dopoguerra, a inventarsi una nuova vita ricca di soddisfazioni, senza mai dimenticare quello che aveva lasciato tanti anni fa.

E così, grazie all’aiuto di Mauro Grimaldi – di cui avevamo recentemente apprezzato “La Roma: storia e mito” – partecipiamo alle cene della famiglia Benvenuti a Isola d’Istria, tra le patate “in tecia” e il pane cotto sul “fogoler”, poi lo accompagniamo nelle sue esperienze da pugile fino ai primi successi internazionali e all’indimenticabile medaglia d’oro vinta alle Olimpiadi di Roma del 1960. Trionfi e insuccessi, ritratti e ricordi, sullo sfondo di una pagina della storia per certi versi ancora poco conosciuta.

«Volevo dare voce a chi non ne ha più. Non è un atto d’accusa, ho solo cercato di non smarrire la memoria. Dentro le mie vittorie, i miei successi, c’è anche la rabbia e la disperazione di noi istriani. Perché molti sapevano. E non hanno fatto niente. Se non indignarsi quando ormai non serviva più».

Nino Benvenuti e Mauro Grimaldi,
L’Isola che non c’è. Il mio esodo dall’Istria,
Libreria Sportiva Eraclea, 111 pagine, 12 euro

Massimo Grilli
www.corrieredellosport.it 21 giugno 2013

 

 

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