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L’ex Jugoslavia riunita nella lotta al crimine (Il Piccolo 15 feb)

di MAURO MANZIN

TRIESTE Per la prima volta dalla fine della Jugoslavia i sei Paesi che ne costituivano la federazione si sono seduti attorno a un tavolo. Per parlare di crimine organizzato, vera piaga che sta riducendo i Balccani a una sorta di territorio libero per le mafie di tutti i generi, una sorta di area di collegamento anche tra la mafia russia e quella siciliana, la ’ndrangheta, la sacra corona unita così come la camorra.

I sei paesi della ex Jugoslavia si sono impegnati così a moltiplicare gli sforzi e ad accrescere la collaborazione nella lotta contro la criminalità organizzata e il traffico di stupefacenti, che ha nei Balcani una delle direttrici preferenziali per la penetrazione nei mercati dell'Europa occidentale. Un esempio su tutti il Montenegro vera autostrada delle sigarette di contrabbando destinate poi alle coste pugliesi.

Al termine di una riunione a Zagabria, i ministri dell'Interno o i capi delle polizie di Croazia, Serbia, Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Macedonia hanno così approvato una dichiarazione congiunta nella quale si annuncia una rafforzata collaborazione fra gli organi di polizia e di intelligence, maggiori contatti fra esperti e specialisti, scambi di esperienze e azioni congiunte, con l'obiettivo in particolare di bloccare i flussi criminali nella regione balcanica.

E tale cooperazione – è stato sottolineato – dovrà essere immune da eventuali differenze politiche, allusione questa al permanere di contrasti e frizioni fra i paesi della ex Jugoslavia, coinvolti in anni di guerre sanguinose e laceranti.

Il ministro dell'Interno serbo Ivica Dacic ha osservato che tale cooperazione è importante in particolare nella lotta al traffico di droga dal momento che l'80% dell'eroina proveniente dall'Afghanistan e diretta in Europa occidentale, e una alta percentuale della cocaina che dal Sudamerica raggiunge i Paesi europei transitano attraverso i Balcani e i Paesi della ex Jugoslavia.

Dacic a questo riguardo ha sottolineato la necessità di eliminare le eccessive pastoie legali e burocratiche e di facilitare al massimo le procedure di arresto di persone coinvolte in attività criminali. Ed è necessaria, ha aggiunto il ministro serbo, anche la creazione di un centro regionale per lo scambio di dati e informazioni e per il coordinamento delle attività di polizia.

Alla conferenza è stato inoltre rilevato come bande criminali balcaniche siano largamente coinvolte anche in traffici illeciti di esseri umani, armi, auto rubate e denaro contraffatto. La più potente di tutte resta la mafia erzegovese specialista anche in traffico di armi ed esplosivi. Per Zagabria un passo in avanti nella sua strada verso l’Europa perché l’accordo le permette di dimostrare a Bruxelles la propria svolta che va in direzione di quelli che sono gli standard comunitari, mettendo in rete una serie di informazioni che potranno diventare utilissime per l’Europol e per un eventuale ingresso di Zagabria nell’area Schengen. E non ha caso è stata porprio la Croazia il motore di questa iniziativa congiunta.

Ma non bisogna sottovalutare nemmeno l’aspetto ”storico” dell’incontro e cioé le ex republiche della Repubblica federale socialista di Jugoslavia riunite tutte attorno a un tavolo per discutere di un problema non certo marginale che rischia di mettere in gave difficoltà le giovani democrazie sorte proprio dalle ceneri della defunta Rfsj. Non dimentichiamo che si parla anche di alcuni campi di addestramento di Al Qaeda che avrebbero trovato spazio nelle aree musulmane della Bosnia Erzegovina e la vera e propria autostrada della droga che dall’Oriente transita per i Balcani per giungere poi sul mercato occidentale soprattutto in Germania e in Italia. L’ultima ”moda”, poi, del crimine organizzato di quei Paesi è il traffico illecito di atomobili di lusso o di pesanti macchine operatrici, leggi escavatori e gru. Un traffico molto remunerativo e di cui solo ora si riescono a intercettare quella che è solamente, secondo gli inquirenti, la punta di un vero e proprio iceberg.

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