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Lettere e canti in viaggio da Trieste a Rovigno (La Voce del Popolo 10 lug)

TRIESTE/ROVIGNO – È quasi nomade il concetto di “Residenze estive”, se si considera la mobilità di un Festival internazionale di letteratura e poesia che ospita, ma anche che esporta su territorio e dintorni, vari tipi di autori e riflessioni. Nel suo dispiegarsi, la manifestazione organizzata dall’Associazione e rivista Almanacco del Ramo d’oro e Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico dal 4 all’8 luglio, ha scelto un particolare tipo di percorso per concludersi: a bordo di una nave, da Trieste a Rovigno e in bilico tra diverse culture adriatiche, con particolare attenzione alle origini e alla “resistenza” della lingua italiana sulle coste istriane.

L’appuntamento ha visto una folta schiera di partecipanti/protagonisti per i tanti momenti letterari che si sono susseguiti tra mare e terra. Dopo la partenza di prima mattina dal Molo IV, il giornalista Marino Vocci, coordinatore della mattinata, ha presentato la cultura triestina attraverso le parole e i prodotti portati da alcuni ospiti.

Ad aprire la mattinata è stato Roberto Moselic, della pasticceria Saint-Honorè di Opicina, che si occupa in particolare di dolci tipicamente locali (come i cioccolatini fondenti a forma di "tram del'Opcina" o la Torta triestina) dei quali ha offerto, per l’occasione, alcuni graditi assaggi.

Primo tra gli esponenti della cultura letteraria è stato invece lo scrittore tedesco Veit Heineken, che proprio in questi giorni presenterà il suo ultimo romanzo “Danza macabra”, opera che riflette il filone dei suoi gialli ambientati sulle pendici del Carso triestino o negli anfratti nascosti di cittadine e paesi delle Venezia Giulia. L’autore in quest’occasione ci ha raccontato panorami storici già noti per noi abitanti del territorio, meno per gli ospiti provenienti da altre località italiane. Ad ogni modo, i brani tratti da alcune sue opere e le riflessioni proposte formano un arazzo che, con i confini e le appartenenze, ben poco hanno a che fare, unificando gli animi che invece facilmente si entusiasmano a contatto con la cultura adriatica, una questione condivisa un po’ da tutti quelli che la amano senza riserve politiche o culturali.

Dopo i dolci e i “delitti”, è tempo di caffè. Fabrizio Polojac rappresenta l’antica tradizione triestina della torrefazione e la sua capacità attrattiva per qualità e tipologie di caffè che oramai vengono da tutto il mondo. Oltre che dal Centro e dal Sud America, molte industrie locali lavorano infatti con materie prime che oggi arrivano anche dal Sud Africa, dall’Australia, dal Sud della Cina e dall’India. Ha preso quindi la parola il direttore dell’Edit, Silvio Forza, che ha illustrato le peculiarità della casa editrice da lui rappresentata e le caratteristiche dell’espressione letteraria in lingua italiana in Istria e in Dalmazia. Forza ha parlato in particolare della nuova collana “Passaggi” e dei diversi significati che questo titolo può evocare nel lettore: passaggi geografici, peregrinazioni mentali, sconvolgimenti politici, superamenti. Tante metafore per suggerire le evoluzioni e le caratteristiche di prodotti letterari peculiari, che hanno nella cultura istriana e dalmata le radici e le mete di un viaggio all’interno di un comune patrimonio letterario, che rimane o vuole continuare ad essere il panorama letterario nazionale italiano.

Giunti a Rovigno, l’Istria si impone con il suo dialetto, i suoi luoghi e soprattutto, le sue persone. Ad accogliere il gruppo è stato il vicesindaco di Rovigno Marino Budicin, che ha riversato per tutto il pomeriggio il suo entusiasmo e la sua conoscenza dell’antica cittadina a beneficio dei presenti. Nelle varie tappe previste, la comitiva è stata rallegrata dal gruppo folkloristico la Battana che ha perpetuato i suoi canti tradizionali.

Si è conclusa così l’ultima tappa del viaggio di Residenze estive, tra letture di versi poetici, una visita al museo della Battana e un pranzo conviviale allo Spaccio – una taverna-cantina – che cementerà un clima comune in giornata spesa tra i riflessi di una cultura di mare, di dialetti e di opere che si ritrovano ogni tanto nel posto giusto al momento giusto.

Emanuela Masseria

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