Le prospettive di Gorizia Capitale Europea della Cultura

Nel 2025 la rotazione dei Paesi membri dell’UE che ospitano la Capitale Europea della Cultura prevede il turno della Slovenia e la città vincitrice è stata Nova Gorica, anche in virtù della sinergia stretta con Gorizia per elaborare una candidatura congiunta. Di questa iniziativa si è parlato anche in un recente incontro organizzato a Roma dall’Associazione Giuliani nel Mondo al quale sono intervenuti i sindaci delle due città, Klemen Miklavic e Rodolfo Ziberna, con il quale abbiamo scambiato alcune battute.

Ziberna, già dirigente nazionale Anvgd, si batte da anni affinché venga fatta luce sulla sorte delle centinaia di goriziani deportati dalle forze di occupazione jugoslave dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, promuovendo anche la collaborazione con le autorità di Lubiana, poiché le recenti scoperte di fosse comuni oltre confine confermano che di queste stragi furono vittime anche migliaia di sloveni. Il Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 avrebbe poi tagliato la periferia orientale della città e dal sobborgo annesso alla Jugoslavia comunista sarebbe sorta Nova Gorica, dando il via ad una complessa dinamica: un muro separatore che in piena Guerra Fredda richiamava quello di Berlino, momenti di apertura come la “domenica delle scope”, un confronto transfrontaliero che dopo l’indipendenza slovena avrebbe portato alla nascita di un virtuosissimo Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale.

Il Piccolo – 23/10/2021

«Oltre all’impatto del confine in casa – aggiunge il Sindaco Ziberna – il diktat di Parigi ha scaraventato in città migliaia di profughi dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia. Stiamo perciò pianificando per il 2025 assieme alla Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati una serie di iniziative che ricostruiscano in una prospettiva europea la questione del confine orientale italiano attraverso la vicenda goriziana. Il Presidente di FederEsuli Giuseppe de Vergottini – sottolinea il primo cittadino goriziano – è non solo un insigne accademico di fama internazionale, ma anche un rappresentante della generazione che visse l’esodo giuliano-dalmata: nella fase storica in cui alla testimonianza deve affiancarsi l’autorevolezza istituzionale, FederEsuli non poteva avere Presidente più adeguato e preparato. Il suo coinvolgimento nelle attività che ci porteranno a svolgere il 2025 come Capitale Europea della Cultura sarà prezioso per dimostrare che Gorizia concilia un radicato senso di appartenenza all’Italia con una propensione all’Europa» Negli intenti del primo cittadino del capoluogo isontino e del Presidente di FederEsuli, essere Capitale Europea della Cultura 2025 significherà, infatti, per Gorizia non nascondere nulla della propria identità, bensì presentare all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale uno spaccato di storia che deve essere di pubblico dominio non solo in Italia, ma anche a livello comunitario.

Peraltro all’indomani dell’incontro a Gorizia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del suo omologo sloveno Borut Pahor l’Assessore alla Cultura del Friuli Venezia Giulia Tiziana Gibelli ha evidenziato quelle che saranno le ricadute positive per tutto il territorio regionale, mentre l’inquilino del Quirinale ha ricevuto il Presidente della Repubblica di Croazia Zoran Milanovic, a ulteriore testimonianza di un rapporto di buon vicinato con gli Stati successori della Jugoslavia comunista che potrebbe portare a sviluppi positivi riguardo le questioni ancora aperte riguardanti gli esuli istriani, fiumani e dalmati.

Lorenzo Salimbeni


Il Piccolo – 23/10/2021

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