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Le dinastie che fecero grande il mare triestino (Il Piccolo 08 mag)

Come i Cosulich sono lussignani i Martinolich, i Gerolimich e i Premuda. Assieme ai Tripcovich, originari di Dobrota nelle Bocche di Cattaro sono le mitiche dinastie che in Adriatico scipparono lo scettro alla Serenissima e trasferitisi tutti a Trieste dalla metà dell’Ottocento alla Prima guerra mondiale tennero la nostra città al centro dei mari di tutto il mondo.

Due fratelli preti, Giovanni e Stefano Vidulich, furono i fondatori della cultura marinara di Lussino. Nel 1855 nacque sull’isola quarnerina l’Imperialregia scuola nautica e vi si insegnava in italiano perché sia in Adriatico che in Egeo la lingua del mare e del commercio era ancora il vento. I brigantini da Lussino giungevano in Martinica, in Giamaica, in Inghilterra, a Odessa. I Cosulich, i Martinolich, i Gerolimich furono anche proprietari di cantieri e seppero passare dalla grande vela al vapore. Gli ufficiali della Marina austroungarica erano affiancati dai diplomati negli Istituti nautici di Trieste, Lussinpiccolo, Fiume, Buccari, Ragusa e Cattaro.

Il capitano Carlo Martinolich incominciò la propria attività nel 1876 e nel 1896 inaugurò la prima linea di navigazione Trieste-Lussino con il celebre vapore Flink. Alla fine degli Anni Venti venne fondata l’agenzia marittima vera e propria che l’anno scorso con una serie di cerimonie a Trieste ha festeggiato gli ottant’anni di vita. Oggi anche l’agenzia Martinoli che ha sede in riva Grumula è in mani genovesi, proprietà di Giovanni Guicciardi che pure discende da una famiglia di origini triestine.

Il capitano lussignano Giovanni Luigi Premuda fondò invece a Trieste nel 1907 l’omonima società attiva nei trasporti marittimi di merci alla rinfusa, materie prime per la grande industria e prodotti petroliferi. La compagnia è oggi proprietà del genovese Alcide Ezio Rosina dopo essere stata controllata fino agli anni Settanta da famiglie triestine, da ultimo dai Tripcovich.

È proprio quella della Tripcovich, protagonista del più clamoroso fallimento della storia di Trieste con un buco di oltre 200 miliardi di lire del 1994, legò il proprio nome a un secolo di successi. Era stata fondata a Trieste nel 1895 dal conte Diodato originario delle Bocche di Cattaro. Nel 1912 era nata la società di navigazione, rimorchi e salvataggi che tra l’altro collegava Trieste a Venezia con un lussuoso vascello più veloce del treno. Con alla guida Goffredo de Banfield, eroe dell’aviazione austriaca nella Prima guerra mondiale noto come l’Aquila di Trieste aveva compiuto eccezionali operazioni di salvataggi e recuperi in Mediterraneo e negli oceani. Oggi il ramo originario della società sopravvive a Trieste quale agenzia marittima, ha sede in via Donota ed è presieduto da Giuseppe Fortini.

L’attività armatoriale dei Cosulich ebbe inizio nel 1857 allorché a Vallon di Cherso il lussignano Antonio Felice Cosulich fece costruire un bark di 650 tonnellate, il Fides. I suoi due figli, Callisto e Alberto nel 1890 aggiunsero altri tre velieri a quella che stava diventando una flotta. L’anno dopo Alberto assunse il comando del primo vapore, l’”Elena Cosulich”, moderna unità di 1.700 tonnellate. Nel frattempo i Cosulich si trasferirono a Trieste allora primo porto dell’Impero austro-ungarico e nel 1900 inaugurano una linea regolare merci col Nord America. Nel 1903 la Compagnia si chiamò Austro-americana e dal 1904 curò anche linee passeggeri.
A questo punto i Cosulich pensarono di allargare la loro attività anche al campo delle costruzioni navali e costruirono a Monfalcone il Cantiere navale triestino inaugurato nel 1908. Due anni dopo il primo varo con il piroscafo Trieste per la società Dalmatia. Nel 1914 l’Austro-americana era la più importante compagnia marittima dell’Adriatico, il capitale sociale era di 24 milioni di corone e la flotta contava 32 navi d’alto mare.
Dopo la prima guerra mondiale, la prima nave a riprendere la rotta Trieste-New-York fu il piroscafo Presidente Wilson. Nel 1926 i Cosulich diedero vita anche alla prima linea di idrovolanti, fra Trieste e Torino. Ripartì anche un intenso programma di costruzioni navali e nel 1927 migliaia di persone festanti applaudirono il varo del Saturnia, che sarà poi seguito dal Vulcania, unità di 24 mila tonnellate. Nel 1928 la Cosulich acquistò quasi tutte le azioni del Lloyd Triestino e del Gruppo Cosulich vennero a far parte Lloyd Triestino, Stabilimento tecnico, Cantiere San Rocco, Officine navali triestine. Nel 1931 il Gran consiglio del fascismo nazionalizzò la società. Era la fine dell’età d’oro dei Cosulich, ma non dei Cosulich.

(s.m.)

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