L’Anvgd Milano presenta “Pola. Città perduta” di Roberto Spazzali

Giovedì 7 aprile alle ore 18:00 in diretta sulla pagina Facebook ANVGD di Milano, Per far conoscere e tramandare la storia della Venezia Giulia, si terrà una nuova conferenza con relatore ROBERTO SPAZZALI, insegnante di storia, ricercatore e giornalista pubblicista.

Laureato in storia con lode all’Università di Trieste. Studioso delle istituzioni, e dei fenomeni politici e sociali del Novecento nella Venezia Giulia. Collaboratore della cattedra di storia contemporanea dell’ateneo triestino, membro di commissioni scientifico-culturali del comune di Trieste, ci parlerà della sua ultima opera letteraria:

POLA CITTÀ PERDUTA.
L’AGONIA, L’ESODO (1945-47)

Al mattino del 2 maggio 1945 reparti jugoslavi iniziarono l’accerchiamento della città di Pola, in particolare della piazzaforte dove si erano asserragliati reparti tedeschi e della Repubblica Sociale Italiana. Lo stesso giorno in cui avvenne la capitolazione tedesca in Italia, a Pola e altrove i tedeschi combatterono strenuamente, sperando nell’arrivo degli Alleati: sapevano che in caso di resa agli slavi non avrebbero avuto scampo. Già il 3 maggio si insediò a Pola il Comitato Popolare di Liberazione e tra il 5 e il 6 maggio quasi tutti gli ultimi reparti tedeschi e italiani si arresero; gli ufficiali tedeschi furono immediatamente fucilati, mentre i soldati italiani e tedeschi furono avviati verso i campi di concentramento dell’interno da dove pochissimi fecero ritorno.

Cominciò la sua opera di epurazione l’OZNA, la Polizia segreta jugoslava, e anche a Pola se ne conobbe la violenza cieca e indiscriminata (circa 4000 arrestati con 827 vittime). A Pola le carceri di Via Martiri si riempirono di nuovi “politici”: centinaia di cittadini polesani rei di essere italiani, picchiati a sangue, legati col fil di ferro ai polsi, stipati come animali nelle celle, le vittime non furono fascisti e collaborazionisti, ma le persone che mai si sarebbero adattate a vivere sotto un regime oppressivo e straniero come quello jugoslavo.

“Epurazione preventiva” fu la politica seguita dalle autorità jugoslave e non la vendetta per vent’anni di oppressione fascista o per i lutti e le distruzioni che la guerra aveva portato in Istria. Si vollero eliminare tutti coloro che sarebbero potuti divenire nemici del nuovo potere jugoslavo; furono destinati in una quindicina di campi di concentramento in tutta la Jugoslavia, tra i quali i famigerati campi di Borovnica e Maribor, sparirono carabinieri ed elementi della Questura e della Guardia di Finanza, Per i civili ci furono invece le carceri di Lubiana, Belgrado, Stara Gradiska, Sisak. Erano persone di tutte le categorie che rappresentavano l’ italianità di Pola ma anche sloveni e croati anticomunisti. La repressione si accanì in particolar modo sugli operai e i lavoratori legati ai Cantieri Navali e all’Arsenale di Pola, che erano alla base dell’economia della città. “In un solo forte di Pola, come da prove fotografiche che documentano il fatto, furono trucidati a colpi di piccone e di ascia ben 300 italiani, perlopiù partigiani, senza alcun giudizio, ma solo perché insofferenti del dominio slavo. Costoro furono colpiti senza pietà col pretesto che erano fascisti.

Successivamente Pola fu occupata dalle truppe inglesi, comandate dal colonello De Winton. Il 10 febbraio 1947, in seguito al trattato di Pace, la città di Pola come tutta l’Istria, Fiume e Zara passò alla Repubblica Federativa Jugoslava. Con l’esodo della stragrande maggioranza della popolazione, che non si assoggettò a vivere sotto un regime dispotico e totalitario si concludeva una pagina tragica della storia patria.

Se il dramma delle foibe è oggi uscito dall’oblio, di quello dei vivi che abbandonarono l’Istria, Fiume e la Dalmazia ancora si parla poco. “Un’umanità che se ne partiva con un lutto che non poteva essere spiegato. E che non vene nemmeno spiegato ai figli – dice Spazzali – né alle generazioni che vennero dopo. per un senso di pudore. Per non far cadere il dolore e la lacerazione sui più giovani”.

La videoconferenza sarà successivamente disponibile sul canale YouTube ANVGD Comitato di Milano.

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