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La Voce del Popolo – 24.05.08 – ”Discriminazione è vedersi negata la memoria storica”

UMAGO – La IX edizione del Forum Tomizza, con il simposio "Off Limits" ha prodotto nel corso dei tre giorni della sua durata (Trieste, Capodistria e Umago), un'enorme quantità di riflessioni, dalle quali sono emersi i disagi delle genti di frontiera, degli esuli, dei rimasti, ma anche la volontà di superare i confini, di non lasciarsi condizionare né dalle politiche né dagli uomini.
Umago ha indubbiamente segnato una tappa importante, anche per i tanti relatori che sono stati annunciati, come Barbara Costamagna, Fabio Amodeo, Tonči Kuzmanić, Saša Čirić, Franco Juri, Sandi Blagonić, Ružica Mitrović Maurović, Furio Radin, Jovan Nikolaidis, Sandi Volk, Lijljana Kaspar e Silvio Forza.

Amodeo e Forza: sofferenze e disagi

In modo particolare Fabio Amodeo e Silvio Forza hanno parlato di sofferenze e disagi. Amodeo ha rilevato che "tutti noi abbiamo sofferto a causa degli stati nazionali … Vogliamo essere italiani, vogliamo essere tedeschi, perchè non vogliamo abbandonare la nostra appartenenza … Chi sei, chi sono? Ebbene io mantengo il diritto al silenzio. Le emigrazioni sono avvenute solo per una causa: la povertà. Fino a dove arriva la nostra appartenenza? Il servizio militare, le tasse, i miei doveri, la fedeltà adriatica, non è corrispondente al tifare per forza alla nazionale di calcio, non chidetemi di farlo".
Il direttore dell'EDIT Silvio Forza ha rimarcato che "l'Off limits che emerge è proprio questo, esuli tutti fascisti, rimasti tutti comunisti, in una concezione molto banale … Il disincanto si trasforma quando la rassegnazione lascia spazio alla molteplicità culturale che diventa canto, quando il pensiero tomizziano ci dice che dobbiamo esprimere il meglio di ciò che possiamo essere e di non tornare ad essere il peggio di quello che siamo stati".

Rakovac: Schengen purgatorio mistico

L'Europa di Schengen, stando a Rakovac, non è certo tutto all'acqua di rose. Basti pensare che per il confine di Schengen ha detto trattarsi di "purgatorio mistico" perchè nega valori europei nel momento in cui ogni Paese confinante con i territori di Bruxelles, è vittima di una frustrazione tremenda, che richiama a qualcosa di "impuro", di "sporco", che va depurato prima di varcare le porte di Schengen. Un attegiamento che avrebbe offeso sia Tomizza che gli istriani, i quali hanno sofferto a causa dei confini più di qualsiasi altro in Europa.

Furio Radin: Tante le espressioni della discriminazione

Nel suo intervento il presidente UI Furio Radin ha fatto presente che “off limits” è notoriamente un americanismo che sta ad indicare il vietato accesso. "Al di là dei facili giochi di parole – ha detto – che potrebbero farci soffermare su concetti ovvi quali limiti, fuori dai limiti, confini, fuori dai limiti dei propri confini, vietato l’accesso al territorio, fisico o mentale, del quale ovviamente vorremmo fare parte, altrimenti perchè ci troveremo di fronte a questo cartello, e non dietro ad esso, o comunque in qualche altro posto?"
"A prescindere da queste ginnastiche retoriche, tanto care a italiani che vanno a cercare nelle altre lingue significati che in realtà esistono anche nella lingua italiana, vorrei essere, per un momento, pragmaticamente anglosassone e prendere il concetto per quello che è, un vietato accesso per una parte della popolazione, di minoranza, anche quando il numero degli esclusi è maggiore di quello degli ammessi, dato che quella di minoranza è una condizione che comprende la discriminazione, comunque e sempre. E una popolazione è di minoranza quando ha un deficit di diritti o di opportunità e di numeri soltanto per l’anagrafe e la statistica. Basti ricordare la popolazione nera del Sudafrica al tempo dell’apartheid, statisticamente al 90%, ma per diritti di minoranza assoluta.
Ricordiamo cosa dicono Wagley e Harris, tra i massimi studiosi di minoranze dal punto di vista psicologico. Secondo questi ricercatori, le minoranze costituiscono dei segmenti subordinati di complesse società statali; possiedono speciali caratteristiche fisiche o culturali, che sono tenute in scarsa considerazione dai segmenti dominanti di quelle stesse società: sono unità autocoscienti e tenute insieme da caratteristiche speciali, condivise dai propri membri e dai particolari inconvenienti da esse provocate".
Radin continua dicendo che "di discriminazione hanno sofferto e continuano a soffrire gli istriani, sui quali mi soffermo ricordando Tomizza senza dimenticare le realtà fiumane, quarnerine e dalmate, raccontate drammaticamente da altri e ben noti scrittori. Di discriminazione ha sofferto il vescovo Dobrila, che affermava di volere la parità di diritti linguistici per la lingua croata nell’amministrazione, nell’istruzione e nell’apparato giudiziario. In definitiva il vescovo Dobrila, nel suo operato sociale e nel contesto storico al quale apparteneva, non affrontava problemi molto diversi da quelli che affrontiamo noi in questo momento. E difendendo i diritti delle minoranze, era anni luce più avanti di quella parte del clero che oggi, pensando erroneamente di seguire il suo esempio, difende i diritti delle maggioranze, facendo opera di nazionalismo, e mettendo spesso off limits la cultura religiosa italiana".
"Di discriminazione hanno sofferto le vittime del primo esodo, quello verso la Jugoslavia, costrette a immergersi in una realtà culturale che, francamente, non conoscevano. Di discriminazione, di off limits, hanno sofferto gli antifascisti, tutti, indistintamente, anche se i croati e gli sloveni in modo particolare, ma molti antifascisti italiani hanno subito un trattamento off limits inaspettato, da parte del potere jugoslavo durante e dopo il conflitto, di fronte al quale si sono trovati in minoranza, ultimi moicani dell’internazionalismo, costretti a confrontarsi con un nazionalismo dichiaratamente di sinistra, che certamente non si aspettavano e del quale l’Isola Calva è stata soltanto la punta dell’iceberg. Di discriminazione hanno sofferto gli esuli, parte di noi fuggita da se stessa seguendo la chimera di rimanere se stessa, vittime di un totalitarismo e non optanti, dato che, nella realtà non avevano scelta: se la pensavi diversamente dovevi andartene, e questo è un dato di fatto. Di discriminazione soffrono, infine, tutti coloro ai quali viene negata la memoria storica".
Furio Radin ha quindi rimarcato che l'Unione Italiana non nega nessuna parte della propria storia: nostra la lotta partigiana, com'è nostro l'esodo, e tutte nostre le vittime innocenti della Seconda guerra mondiale e del periodo post-bellico, le vittime del fascismo, ma anche quelle delle foibe, gli antifascisti mandati al confino, i perseguitati dal regime jugoslavo.
Ha concluso dicendo che l'unica discriminazione che noi, in Istria, accettiamo, è quella positiva, quella dei cosiddetti diritti attivi, che aiuta gli appartenenti alle minoranze a gareggiare con le maggioranze.

Franco Juri: Tutti i mali dell'intolleranza

Franco Juri ha quindi parlato di Istria, di confine, di intolleranza, di poveri che si trovano a confronto con altri poveri, di circolo vizioso che si sta allargando come nella Germania nazista. Un discorso molto interessante, durante il quale ha testimoniato della sua situazione precaria, essendo diventato ex diplomatico, esperienze di vita, per certi versi comune a molti istriani che trova espressione, ad esempio, anche nella difficoltà di ottenere il permesso di cittadinanza per la moglie slovena.

Franco Sodomaco

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