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La Voce del Popolo – 030108 – Costruire un futuro comune

TRIESTE – “Chiudiamo il 2007, soddisfatti del nostro lavoro anche se coscienti che tanto altro rimane da fare”. Il sindaco Roberto Dipiazza, nel momento di affrontare i dovuti bilanci, rivela il suo ottimismo e la volontà di spendersi in prima persona per la “battaglie” di Trieste. L’ha affermato anche all’ultima conferenza stampa dell’anno che ci siamo lasciati alle spalle, durante la quale ha ricordato l’ampio arco di avvenimenti che nel corso del 2007 hanno toccato da vicino la città. Al primo posto, la “caduta” dei confini infra-europei e quello con la Slovenia in particolare. “Un evento di assoluta grandezza e di grande portata per Trieste – ha detto Dipiazza – che ha visto nei giorni scorsi realizzarsi un autentico abbraccio fra le popolazioni di queste terre, e che comporterà ora un modo diverso di stare assieme, e di lavorare assieme guardando a un futuro comune, con i tanti frutti positivi che ne conseguiranno. Anche se va detto – ha voluto sottolineare –, che la gente, dalle due parti del confine, in realtà è sempre stata assieme e da tempo ormai desiderava che le barriere venissero superate e che questo abbraccio si concretizzasse anche nei suoi aspetti formali, essendo già unita nella vita, nel lavoro, nel rispetto reciproco. Dimostrando con ciò che spesso il popolo, la gente, sa essere molto più avanti della politica.”

La «capitale d’area»

“I benefici di questa svolta si vedranno presto – ha continuato il sindaco, rimarcando ancora la ‘storicità’ di questo momento –, e, unitamente agli altri contatti e alle altre forti riprese di rapporti con le regioni e le città circostanti (Venezia, con il Sindaco Cacciari che sarà a Trieste il 10 gennaio, e poi Lubiana e ancora Zagabria), faranno sì che Trieste potrà effettivamente recuperare quel concreto ruolo di “capitale d’area” che già le era proprio”. “E anche le grandi opere strategiche in via di completamento (la conclusione dei lavori della Grande Viabilità, a metà 2008, la Lacotisce-Rabuiese) daranno un contributo fondamentale in tal senso. Mentre sarà altrettanto importante determinare lo sviluppo degli altri collegamenti, specie ferroviari, nel momento in cui stiamo assistendo a un forte rilancio di prospettive per il Porto.”
“In sostanza nel 2008 raccoglieremo i frutti buoni di quanto di buono abbiamo seminato in questi anni: saranno frutti importanti – ha proseguito Dipiazza –, che verranno ad esempio dalla Variante per il Porto Vecchio, poi dal lungo lavoro svolto per lo sviluppo del comparto crocieristico di cui è prevedibile un ulteriore forte balzo, avendo ormai scelto le maggiori compagnie italiane e internazionali Trieste quale ‘home port’ mediterraneo. Poi dovremo lavorare per un nuovo Piano Regolatore finalmente rispettoso dell’ambiente naturale, nel mentre continueremo, sulla base del tanto già fatto in questo campo, nella costante ‘manutenzione’ della città, dalle scuole alle opere civili, a ulteriori importanti miglioramenti della viabilità.”

Ottimi i risultati ottenuti

“E ciò, volendo rimanere ‘virtuosi’ ai livelli già conquistati: nella qualità della vita, nella sicurezza – nettamente migliore rispetto a tante altre città italiane –, nel riconosciuto sano equilibrio dei bilanci comunali (e nonostante che Trieste, anche in questo caso rispetto alle altre città, necessiti di un numero ben maggiore di personale municipale per far fronte a servizi che in tutte le altre realtà o sono di competenza dello Stato (quali le scuole materne) o semplicemente non esistono (come i Ricreatori).” Complessivamente, e in riferimento ai buoni risultati ottenuti, il sindaco Dipiazza ha anche sottolineato il dato della positiva, proficua collaborazione con tutte le Amministrazioni locali, al di là del loro “segno” politico, in vista del bene comune, così come il migliorato clima reciproco con le stesse forze che al Municipio siedono all’opposizione. “Unico dato negativo in tutto lo scenario – ha concluso Dipiazza – è il permanere di uno stabilimento come la Ferriera che per il suo livello di obsolescenza, oltre a determinare i noti gravi problemi di inquinamento, non potrà essere ormai in alcun modo veramente utile alla città del futuro, laddove la grande area su cui è stanziata potrebbe ben diversamente venir valorizzata.”

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