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La fuga infinita di Mladic (Il Piccolo 27 feb)

di Mauro Manzin

TRIESTE Per lui erano una sorta di ossessione. «Uccidere 50mila musulmani in più non porterebbe a niente. Recupereremo in seguito. La nostra vera priorità è sbarazzarci della popolazione musulmana. I musulmani sono il nemico comune nostro e dei croati, dobbiamo cacciarli in un angolo dal quale non possano più muoversi». I diari di Ratko Mladic ex generale serbo-bosniaco, classe 1943, non lasciano dubbi. In queste parole lo sterminio di Srebrenica ci sta tutto. Eppure lui è ancora alla macchia. Il latitante più ricercato al mondo dopo Osama Bin Laden resta una sorta di "primula rossa" nascosto da qualche parte nella ex Jugoslavia. Secondo i nostri servizi segreti attualmente si troverebbe in Montenegro, una sorta di "no man's land" dove far perdere le proprie tracce, soprattutto se supportato da un manipolo di fedelissimi è ancora molto facile. Ratko Mladic, accusato dal Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia di genocidio, crimini contro l'umanità, violazione delle leggi di guerra nell'Assedio di Sarajevo e nel Massacro di Srebrenica è latitante dal 1996 è stato generale nell'Armata Popolare di Jugoslavia, durante le guerre che portarono alla dissoluzione della Jugoslavia.

Divenne comandante delle forze armate in Croazia e durante la guerra in Bosnia il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito della Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina. È nato il 12 marzo 1943 nel villaggio Bozinovici, nel municipio di Kalinovik a sud di Sarajevo in piena guerra civile. In quegli anni il Regno di Jugoslavia era stato conquistato dai nazisti e trasformato nello Stato Indipendente di Croazia retto dagli Ustascia che combattevano contro Cetnici e partigiani comunisti. Nel 1945 il padre di Mladic venne ucciso dagli Ustascia, la tragica scomparsa porterà Mladic a odiare croati e musulmani. Nel 1961, aiutato dal fatto di essere orfano, entrò alla Scuola Militare di Zemun, successivamente nella Accademia Militare KOV e alla Scuola Ufficiali graduandosi con il massimo dei voti. Nel 1965 ottiene il primo incarico a Skopje dov'era il più giovane militare dell'unità che comandava. Cominciando come sottotenente si dimostrò un militare capace arrivando a guidare prima un plotone, poi un battaglione e infine una brigata. Nel 1989 venne promosso alla testa del Dipartimento Educazione del Terzo Distretto Militare di Skopje.

Nel 1991 era di stanza in Kosovo come comandante del Pristina Corps che aveva il compito di controllare la frontiera con l'Albania. Allo scoppio della guerra in Croazia aveva il grado di Colonnello, gli viene conferito il comando del 9º Corpo della Armata Popolare di Jugoslavia e inviato a Knin in Dalmazia per guidare le forze contro i secessionisti croati. Il 4 novembre 1991 venne promosso Maggior Generale. In questo periodo le forze sotto al suo comando partecipano alla Guerra in Croazia e supportarono i paramilitari serbo-croati tra cui la Martic's Police di Milan Martic. Il 24 aprile 1992 Mladic venne promosso Tenente-Colonnello Generale. Il 2 maggio dello stesso anno, un mese dopo la dichiarazione di indipendenza della Repubblica di Bosnia-Erzegovina Mladic e suoi ufficiali bloccarono la città di Sarajevo, sparando sul traffico da e per la città, anche le forniture di acqua ed elettricità furono tagliate. Era l'inizio dell'Assedio di Sarajevo, considerato il più grande assedio della storia moderna.

Nei quattro anni che seguirono la città venne duramente bombardata e la popolazione subì attacchi dai cecchini. Il 9 maggio 1992 divenne vice-comandante del Distretto Militare con sede a Sarajevo della Jna, il giorno dopo assunse il titolo di Comandante del distretto.Il 12 maggio 1992 il parlamento serbo-bosniaco, per rispondere alla secessione della Bosnia istituì l'Esercito della Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina, Mladic venne promosso Capo di Stato Maggiore dell'esercito, posizione che mantenne fino al 1996. Il 24 giugno 1994 venne promosso al rango di Colonnello Generale con 80.000 uomini sotto il suo comando. Nei tre anni di guerra che seguirono le truppe di Mladic commisero diversi massacri contro i civili, stuprarono migliaia di donne musulmane (stupro etnico), istituirono campi di concentramento.

La stagione di violenze culminò nel Massacro di Srebrenica, indicato dal mondo occidentale come genocidio. Il 4 agosto 1995, in seguito ad un massiccio attacco dei croati verso la Repubblica Serba di Krajina, Karadzic decise di destituire Mladic dal comando dell'esercito e di assumerne lui stesso il comando. Karadzic motivò la decisione con la perdità di due zone chiave nell'ovest della Bosnia, accusando Mladic di queste perdite. Mladic si rifiutò di lasciare il comando e il grande supporto popolare di cui godeva spinse Karadzic a ritornare sulla sua decisione l'11 agosto. Mladic lasciò il comando dell'esercito a guerra finita, l'8 novembre 1996 su decisione del presidente della Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina Biljana Plavsic. Il 24 luglio 1995 Ratko Mladic venne accusato dal Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia insieme a Radovan Karadzic di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità.

Il 16 novembre dello stesso anno a queste accuse venne aggiunta quella di aver attaccato la zona di sicurezza vicino a Srebrenica.Il primo atto d'accusa (indictment) ufficiale Ufficio del Procuratore ICTY contro Ratko Mladic e Radovan Karadzic, confermato il 25 luglio 1995, accusava formalmente i due imputati di essere presumibilmente colpevoli di genocidio e crimini contro la popolazione civile sul territorio della Bosnia Erzegovina (caso numero IT-95-5). Un secondo atto accusatorio fu confermato il 16 Novembre 1995 per gli eventi accaduti a Srebrenica nel luglio dello stesso anno (caso numero IT-95-18). Il governo statunitense ha anche offerto una taglia di 5 milioni di dollari per la cattura di Mladic, mentre la Serbia offre 1 milione di dollari.

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