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La Croazia sfora, scatta l’infrazione UE – 25ott13

La Croazia al suo risveglio nell’Unione europea sta già vivendo un incubo. Che si chiama rapporto deficit-Pil. Ora i conti devono essere a posto. E quelli di Zagabria non lo sono affatto. Eurostat, infatti, ha calcolato che dal 2009 al 2012 la Croazia ha speso oltre un miliardo di euro di troppo rispetto a quelle che sono state le sue entrate.

«La strada che ci aspetta non sarà facile – ammette il ministro delle Finanze Slavko Linic – se la Commissione Ue reputerà che le politiche economiche che abbiamo proposto non sono sufficienti ci chiederanno di migliorare il nostro lavoro». E afferma che le prossime misure del governo potrebbero essere un aumento dell’Iva e un taglio degli stipendi dei pubblici dipendenti anche se non vuole specificare di quanto. Del resto la politica dell’Unione europea è chiara: c’è un collegamento molto stretto tra le politiche economiche degli Stati membri e quelle dei fondi strutturali comunitari per cui se un Paese viola ripetutamente il limite del 3% del rapporto deficit pubblico-Pil scattano le procedure di infrazione e il successivo blocco dell’erogazione dei fondi strutturali.

E nel caso Croazia, come specificano fonti vicine all’ufficio del commissario agli Affari economici Olli Rehn, la Commissione inizierà la procedura di infrazione il prossimo 5 novembre, mentre la decisione sarà inviata al Consiglio europeo del prossimo 10 dicembre. La Croazia, dunque, si trova di fronte a un baratro. Appena entrata nell’Ue si deve confrontare con le norme più rigide che ne costituiscono la struttura socio-economica e istituzionale.

Il debito – spiega ancora un quasi rassegnato Linic – si può ridurre solamente in due modi nel nostro Paese: aumentando le tasse oppure introducendo la tassazione degli immobili. Potremmo farcela solo a fronte di un tasso di crescita del Pil pari al 3%, ma questo resta una pia illusione», spiega il ministro.

La metodologia di calcolo di Eurostat ha dimostrato che nel 2012 la Croazia aveva un disavanzo di due punti superiore a quello calcolato dal Fondo monetario internazionale (Fmi) e il rapporto deficit-Pil era al 5% e non al 3%. Il precedente governo di centrodestra a guida Hdz nel 2011 ha portato il rapporto al 7,8%. «Non vogliamo riversare ogni responsabilità sull’esecutivo che ci ha preceduti – sostiene ancora Linic – ma paghiamo l’eccessivo indebitamento pubblico. Così ci vediamo costretti a varare entro fine mese una legge Finanziaria per il 2014 che porti il rapporto deficit-Pil al 5% anche se ci rendiamo conto che sarà un’impresa molto difficile visto che stiamo vivendo un periodo di crescita zero».

L’adesione all’Ue, poi, ha determinato per la Croazia circa 50 milioni di euro di oneri aggiuntivi. E Linic spera che ogni decisione della Commissione Ue sulla manovra economica di Zagabria venga presa a gennaio. «Ci può essere qualcosa da tagliare sul versante delle spese – ammette il ministro delle Finanze – ma quello che dovremo toccare sarà sicuramente il versante delle entrate». Ergo, nuove tasse.

E gli altri partiti della coalizione di governo Kukuriku (centrosinistra) come la pensano? Il principale partner, ossia i popolari (Hns), non sono contrari alla tassazione degli immobili anche perché, dicono, l’attuale sistema di finanziamento degli enti locali è insostenibile, ma sono altresì convinti che questo non è il momento migliore di introdurre il nuovo balzello visto che la gente è già troppo spiazzata dalle nuove norme europee con cui deve confrontarsi.

Linic non vuole toccare le pensioni anche se il Fondo pensioni ha un deficit catastrofico visto che dai contributi si raccoglie solo la metà dei quasi 300 milioni necessari ad erogare le quiescenze. La pensione media nel Paese è di 260 euro al mese con i quali è quasi impossibile sopravvivere quindi ulteriori tagli sono da escludere. Per il governo Milanovic, dunque, una bella chimera.

Mauro Manzin
www.ilpiccolo.it 23 ottobre 2013

 

 

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