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Incontrare la frontiera (Voce del Popolo 06 giu)

di Milan Rakovac

Incontro le frontiere da quando son vivo; ricordo ancora la Propussnizza, i controli a la Orwell per entrar nei USA e nela DDR, el spray nel muso sul aereo per entrar in Australia, quattro ore in aereo "yugo" (alora "rosso") nei Emirati che no se podeva nemeno andar nel spazio internazionale del aeroporto Dubai.

Pero, l'omo sempre el pol trovar novità fantastiche quando passa el Rubicon terestre:

E propio quando pensavo che de novo devo esser noioso, scrivendo per La Voce (come ogni fine maggio – per nove anni) de coss'che capitava al Forum Tomizza – me ga salva i angeli-custodi-del-Schengen: Laura Marchig saria la stella poetica istriana a Capodistria, 28 maggio 2009, nel Circolo, cioè Comunita italiana Santorio Santorio, pero no la xe rivada mai, magari sana e bella e ispiratissima, per la Voia Divina della burocrazia europea.

Laura Marchig (mia poetessa personale preferida, vada detto) capita nella sua veturina targada Fiume e HR, che vol dir extracomunitaria, quindi persona sospetosissima, a la Frontiera Europa. E? E fu tradada come tale, all'Europea: Siccome tutt'in ordine e come Iddio&l'Europa comandano, el Custode dell'Europa trova el Catch 22; ghe manca un milimetro nella brasda del pneumatico. Laura tenta tutto, la mostra l'invito (anche in due lingue UE), inutilmente. E Laura Marchig la devi tornar nella sua barbaria.

Adesso qualchedun dira; ma no, iera un tesatardo che ti li trovi sempre e da tutte le parti e massimamente in divisa. Ciaro che SiorSiSiSignor, ma tipi del genere no i pol custodir Schengen, ma qualche piegora (e no piu de due!). Perché nella stessissima veste fui tre anni fa in un situassion tanto più grave; capito a la Frontiera-de-Tutte-Le-Frontiere; e el mio passaporto scadudo! Ghe digo al Cerbero che, aime, devo presentar el mio libro nell'UE, e se, caso mai, saria possibile far qualcossa? Quel el me guarda due secondi, me scrivi nel passaporto el suo nome, timbrado e sigilado. E mi entro!

Scrivo questo soltanto per sottolineare il ruolo essenziale di questi incontri transfrontalieri per la salute mentale di noi Istriani divisi fra tre Stati e ora costretti a confrontarci con realtà grottesche, come quella della paranoia interstatale slo-cro.

O.K., basta adesso! Voglio qui scrivervi un bel diario sul viaggio per questa nostra magica Istria, perché nell'arco di una settimana (come di consueto) mi sono divertito viaggiando oltre la Dragogna avanti indietro diverse volte.

Sulla direttrice Zagabria – Fiume – Pola viaggio già da una cinquantina d'anni e ho vissuto in tutte tre queste città, e – mi sono perso a Fiume per la terza volta nel giro di un mese: Pola – Fiume monade IN SITU, mi perdo di nuovo perché lavorano alla tangenziale, per cui scrive: Fiume centro e Fiume ovest – Castua, non va bene né l'uno né l'altro, e mi ritrovo quasi a Rupa, perché? Perché da nessuna parte non scrive né Pola né Abbazia…

A Trieste ci sono fin troppe vetrine e porte dei negozi chiuse; per l'amor di Dio, e sapevamo fare la fila per un paio di scarpe e un paio di jeans!

A Capodistria chiudono le jugo – ditte una volta famose, come lo era Intereuropa.

A Umago ritrovo inaspettatamente un gran numero di famiglie tedesche e italiane negli alberghi; non si può fare colazione tranquillamente a causa delle nonne felici e dei loro nipotini chiassosi (come i miei). Non c'è crisi, chiedo al direttore dell'albergo? Chi lo sa, sono qui soltanto per il week-end…

Vado in continuazione oltre questi nostri confini, mi conoscono tutti i doganieri e i poliziotti di frontiera: però non c'è niente da fare, i confini rimangono anche quando non ci sono.

Gli sloveni inorridiscono per il fatto che l'Italia per un po' di tempo ripristinerà i controlli alla frontiera. Sinceramente, riconosco che sghignazzo cinicamente; avanti coraggio, ricordatevi com'è la situazione per tutti noi (e per tutti voi!) sulla Dragogna, quando questa si trasferirà nuovamente in via provvisoria (?) a Scoffie. E sento che anche l'Austria pensa a introdurre simili misure (permanenti!).

Ah, i nostri cari confini!

Non so se vi ho già raccontato un aneddoto? Vale la pena di farlo nuovamente; una mia buona amica, diplomatica italiana a Zagabria, mi ha raccontato questo. Un suo amico, single e un po' strano, che vive con una ventina di gatti in casa, è stato inviato per un incarico in Svizzera. Però, i colleghi astuti gli hanno detto che oltre il confine svizzero possono passare solo maschi castrati e femmine sterilizzate. Da buon cittadino egli ha chiamato il veterinario, questo ha fatto tutto quello che era necessario fare, registrando il tutto su una ventina di passaporti felini.

Al confine svizzero il nostro ha esibito il suo passaporto diplomatico e una ventina di passaporti… di gatto, notando con orgoglio che tutti i felini erano stati castrati&sterilizzati. Il poliziotto di frontiera svizzero lo ha guardato attonito, perché? Perché tutto sia in linea con le vostre norme! NON C'È NULLA DI TUTTO QUESTO NELLE NOSTRE NORME, caro signore, ha sorriso lo svizzero: da quando Annibale è passato da queste parti con i suoi elefanti qualcosa di simile non è successo!…

I gatti castrati, i pneumatici lisci delle automobili, il sequestro della stampa (che a suo tempo ad Ancarano ho subito); Voila le Loi!

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