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Diana Bracco: la ricerca l’unica via d’uscita (Il Piccolo 06 giu)

di GIULIO GARAU

TRIESTE La crisi c’è e pesante, le imprese sono in difficoltà ed è anche forte la contrazione dei consumi con le famiglie che sono costrette a mettere in ordine di priorità le spese da affrontare. Diana Bracco (originaria dell'isola di Lussino ndr), imprenditrice dell’omonimo gruppo farmaceutico e presidente del progetto speciale Ricerca & innovazione e per l’Expo 2015 di Confindustria, ospite al Focus sull’innovazione organizzato dall’Assindustria a Friulia, non si nasconde dietro le parole e conferma tutta la criticità della situazione. Un opinione pesante quella della Bracco, presidente di un gruppo multinazionale che opera nel settore della salute (tra le divisioni oltre ai farmaci etici e da banco c’è quella della diagnostica per immagini ovvero di tutti i mezzi di contrasto usati negli esami radiologici) occupa 2800 dipendenti ha un fatturato consolidato di circa 900 milioni di euro, di cui circa il 70% sui mercati esteri ed ed opera in oltre 80 mercati in tutto il mondo.

Il governo invita alla fiducia e parla di dati sbagliati, Confindustria è in allarme e definisce la situazione grave, come stanno realmente le cose secondo lei?

È una crisi differenziata per settori, a macchia di leopardo. Ci sono aree dei cosiddetti bisogni primari come alimentari e salute in condizioni migliori, altri vanno male. La gente ormai fa la lista delle priorità per i consumi. È un fatto però che le aziende sono in difficoltà e la crisi è forte.

Quanto è forte ancora?

È ancora pesante nonostante un dato milanese dica che è aumentato di 4 volte l’indice di fiducia degli imprenditori. È positivo, ma solo perché gli imprenditori cominciano a vedere non tanto segni di ripresa ma di stabilizzazione. La situazione è varia e complicata. Vede, parlavo ieri con un giovane imprenditore brianzolo che sta internazionalizzando e mi diceva che va molto bene… Conferma quanto dicevamo oggi, chi innova va bene, è l’arma anticrisi. Ma devo dire che anche le aziende sono molto brave, sono flessibili e veloci, hanno affrontato la globalizzazione, il dollaro, ora la crisi finanziaria ed economica. Si ripensano e si adeguano continuamente.

E come va con il credito?

Mah….È più difficile ottenere la conferma dei vecchi fidi, su quelli nuovi c’è molta severità. La situazione è molto complicata, il sistema ha bisogno di un’iniezione di liquidità che può venire solo dal pagamento dei debiti verso le imprese. Può diventare un volano.

La Fiat in questa situazione almeno ci fa ben sperare con la sua espansione.

Bisogna cogliere tutte le opportunità. La Fiat vuole diventare globale… È accaduto anche a noi che siamo entrati negli Usa e ormai abbiamo il 70% del fatturato realizzato all’estero. Cambia la vita e anche la Bracco, in una realtà come gli Usa ha trovato una base tale di numeri che ci permette di investire molto sulla ricerca e innovazione.

È questa la ricetta anti-crisi?

Investire in ricerca e innovazione rende a lungo termine ma è la strada maestra per lo sviluppo, strategica in momenti di crisi, crea un effetto moltiplicatore.

Lei oggi parlava di settore chimico e citava il vostri investimento a Torviscosa, ma anche dei rischi di chiusura

Sarebbe suicida chiudere i siti della chimica come tutti gli altri siti manifatturieri, e l’Italia non può perdere un posto come Torviscosa. Grazie alla chimica si può davvero restituire ai cittadini un ambiente più sano e più pulito.

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