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In viaggio tra le sentinelle del mare (CorSera 08 dic)

BARI – Col mare dentro. E’ così che scrive Enrica Simonetti, autrice di Luci sul­l'Adriatico. Fari tra le due sponde (pp. 112, euro 12.00). Appena pubblicato da Laterza come il precedente lavoro del 2005 sui Fari d’Italia , il volume sarà presentato nella libreria della casa editrice oggi alle 18. Accanto all’autrice, Silvia Godelli, assessore al Mediterraneo della Regione Puglia che ha promosso l’iniziativa editoriale. Pagine come rotte; prua e penna orientate verso l’Adriatico. Da Santa Maria di Leuca sino a Trieste, passando da Cattaro, Molfetta, Sveti Andrija, Tre­miti, Pelagosa e da altri ventiquattro fa­ri, attivi o abbandonati. Totem per tri­bù di naviganti. Questa volta, con Luci sull’Adriatico , volumetto che costringe questo mare nello spazio di un paio di mani un po’ sacrificando belle immagi­ni di archivi diversi, l’autrice sembra vo­ler ricucire presente e passato, storia ufficiale e storie minime, sconosciute o dimenticate, dai lembi delle due co­ste di questo grande fiordo, da Corfù a Leuca.

Terre così vicine geograficamen­te ma così lontane per i governi che le hanno rette. Il viaggio diventa allora il botta e risposta tra sorelle diverse che parlano quattro differenti lingue e co­municano con questi grandi occhi lu­minosi. Una staffetta tra due coste fron­taliere che appartengono oggi a sei di­verse nazioni ma dai vecchi con le stes­se rughe, in cui riconoscere i propri vecchi. E poi stessi colori, stessi fiori. La Simonetti ne racconta. Raccoglie albe e tramonti di queste estreme catte­drali di multipli di finis terrae che han­no tradotto l’antico fuoco di chi nell’an­tichità segnalava la terraferma in un fa­scio di luce. Fari come quello settecen­tesco di Rimini progettato da Luigi Van­vitelli. O quello di Veli Rat, spiega anco­ra la Simonetti, sulla punta settentrio­nale di Dugi Otok, l’Isola Lunga che sta di fronte a Zara, da cui si scorge l’arci­pelago delle Incoronate: «potrebbe es­sere dolce come una torta visto che i muri della sua torre sarebbero stati edi­ficati amalgamando con il bitume dieci­mila albumi». Fari che hanno fatto la felicità di quelli che la Simonetti chia­ma «custodi della luce», sacerdotesse come l’unica donna fanalista d’Italia che nel Gargano, nella casa nel faro di Torre Preposti, ha vissuto sola per vent’anni. Luci sull'Adriatico è, dunque, un gra­devolissimo petit tour in quest’ascella del Mediterraneo.

La veste editoriale è quella di una guida. Sorta di avviso ai naviganti per i riferimenti tecnici nelle schede su ciascuna architettura (coor­dinate geografiche, altezza e portata nominale del fascio di luce). Sorta di breve Histoire de l’Adriatique , quella firmata da Pierre Cabanes con la prefa­zione del medievista Jacques Le Goff, pubblicato dalle Editions du Seuil (Pa­ris) nel 2001: autore e casa editrice che con Laterza sono in stretto dialogo. Sa­rà che i fari illuminano scritture. Viene da pensare a Robert Luis Stevenson, mix di sangue scozzese e mare, nipote e figlio di una dinastia di costruttori di fari che rinnegò la tradizione familiare per diventare l’autore dell’ Isola del te­soro e che gli indigeni di Samoa chia­mavano Tusitala, narratore di storie.

Maria Grazia Porcelli

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