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Immagini che raccontano com’eravamo (Voce del Popolo 18 set)

TRIESTE – Il quarto appuntamento sotto “il segno di Modiano” ha aperto i battenti a Trieste alla presenza di un folto pubblico che venerdì 10 settembre ha fatto difficoltà a trovare posto all’interno della grande sala. La sede dell’esposizione è al piano terra del Museo della Civiltà Istriana, Fiumana e Dalmata di via Torino 8 all’insegna di “Modiano. Arte e Impresa. Dalla fotografia alla cartolina, dal bozzetto al manifesto”. L’evento, realizzato in collaborazione tra I.R.C.I. (Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata) e Modiano SpA, con il patrocinio della Fondazione della Cassa di Risparmio di Gorizia, è stato curato da Piero Delbello, con allestimento di Athos Pericin. A loro si sono aggiunti i soci dell’Istituto che volontariamente hanno dato il loro apporto in tutte le varie fasi della mostra. I dissapori con le istituzioni locali si intuiscono e si palesano soprattutto per la loro assenza nel sostegno di un operazione culturale che dopo i tre precedenti appuntamento ha ampiamente dimostrato la capacità di coniugare, con rara maestria, arte e impresa.

Modiano: la storia di questa azienda è ormai nota e si inserisce, a pieno titolo, nella lunga tradizione industriale triestina. Tutto ha inizio nel lontano 1759, quando nel Regno degli Asburgo giunge un eccentrico uomo d’affari, tal Rafael Marsiglio, che di lì a poco conquista il monopolio della produzione di carte da gioco in tutto il litorale austriaco. Tale impulso commerciale non poteva non richiamare l’attenzione di altri imprenditori europei, che indirizzarono i loro interessi presso la città portuale.

Uno di questi fu il greco Saul David Modiano, nato a Salonicco da una famiglia di agiati commercianti. Siamo nel 1873 quando il giovane industriale apre in via dei Leo 312 il primo stabilimento, favorito dal grosso sviluppo del ramo cartario, dando così inizio alla prima produzione di carta da sigarette, con un occhio di riguardo verso i mercati esteri e più propriamente verso l’Oriente, sino ad allora monopolio delle marche di fabbrica francesi.

Ciò non poteva non essere oggetto di ritorsioni da parte delle consorelle europee che vedevano in Modiano un pericoloso concorrente. Fu proprio il boicottaggio di queste ultime, che negò ogni tipo di rifornimento di materie prime alla giovane industria, che indusse l’audace imprenditore a dotare lo stabilimento di speciali procedimenti tecnologici, parecchi dei quali brevettati e di propria invenzione, al fine di garantirsi l’indipendenza dai fornitori di materiali succedanei. Nel contempo la creazione all’interno dello stabilimento di un officina di arti grafiche diede un notevole impulso alla riproduzione artistica di bozzetti di chiara fama.

In un primo momento con sole tre macchine piane ma dopo qualche anno lo stabilimento poteva già contare una dotazione per la stampa invidiabile: tre macchine rotative a riporto, due rotative semplici, nove macchine litografiche piane e otto macchine tipografiche, delle quali due rotative di costruzione speciale. Tra la fine dell’Ottocento e il primo decennio del ‘900, nascono uno dopo l’altro i bozzetti per illustrare, in primo luogola cartina da sigarette.

La sezione Arti Grafiche viene affidata alla direzione di Giuseppe Sigon (Trieste 1864 – 1922), che aveva già alle spalle un modesto bagaglio di esperienza come litografo nel capoluogo lombardo. Sigon è l’iniziatore del cartellonismo giuliano oltre che capostipite di una famiglia di artisti (i figli Filiberto, Bruno e Pollione anche loro in vari momenti saranno impiegati nell’azienda) che lascerà “il segno” nell’industria europea.

Ma Sigon non è solo, attorno a lui si raccoglieranno gli amici pittori del Circolo Artistico: Glauco Cambon, dal 1905 e per alcuni anni, illustra anch’egli le cartine di sigarette, realizza reclame per alberghi, disegna calendaricosì come Argio Orell, Giuseppe Miceu, e più tardi Grimani, Flumiani, Cernivetz, Wostry, Campitelli, Finazzer Flori, poi Vito Timmel, Marcello Claris e Urbano Corva. Questa prolifera attività artistico-industriale coincide con una marcata espansione della Modiano sul mercato europeo con l’apertura nel 1920 di una nuova sede a Budapest sotto la direzione di Socrate Stavropulos e più tardi anche a Fiume. Anche in questo caso la collaborazione di valenti artisti non si farà attendere.

Di rara bellezza ed efficacia sono i manifesti pubblicitari di Tybor Polya, Robert Bereny, Bíro, Istvan Irsai, Endre Farkas che marcheranno con una visione décol’intera produzione artistico – commerciale. A pari passo e sempre nell’intento di affinare nuovi sistemi comunicativi in ambito commerciale, l’azienda apre alla fotografia e più specificatamente a due nuovi prodotti che si stavano facendo strada: la cartolina e il bozzetto propedeutico al manifesto.

La prima, rappresentava una novità per i viaggiatori che si spostavano nelle varie regioni dell’impero e delle nazioni con termini, era soprattuttoun economico e veloce strumento di comunicazione che non obbligava a lunghe corrispondenze e poteva, nel contempo, documentare efficacemente la località visitata.In breve anche questo prodotto divenne un nuovo affare per Modiano.

Centinaia sono gli scatti conservati nell’archivio dell’azienda triestina, i migliori e più intensi scorci sarebbero poi diventati cartoline. Queste colgono scene di vita quotidiana nelle diverse cittadine e borgate: ecco Trieste come Capodistria, Monfalcone come Grado, Fiume come Zara, mostrare popolani raggruppati, carrozze di signori, treni con capi stazione, pescatori e operai nel loro lavoro.

Il secondo aspetto, quello del bozzetto, è opera del massimo disegnatore interno alla Modiano, Giuseppe Sigon, non solo pittore e illustratore ma anche ottimo fotografo. Suoi sono gli splendidi bozzetti a tempera e a olio per la pubblicità che trova un posto d’onore vicina a quella dei maggiori disegnatori del tempo come Metlicovitz, Hohenstein, Laskoff e il triestino Dudovich. Ma suoi scatti fotografici, che fungono o da modelli per un manifesto o da foto campione per la stampa di una cartolina con uno scorcio animato di Trieste o di qualche cittadina dell’Istria, sono a dir poco emozionanti. L’esposizione triestina, aperta al pubblico fino al 31 ottobre, ne offre un qualificato repertorio a cui non si può mancare.

Francesco Cenetiempo

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