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Il Piccolo – 050108 – Lubiana insiste: no alla zona ittica

LUBIANA La Lubiana ufficiale è disposta a concedere a Zagabria altre due
settimane di tempo, in modo che possa essere il nuovo Sabor a revocare la
decisione di quello precedente sull'attivazione della zona ittico –
ecologica in Adriatico, a partire dal 1.mo gennaio 2008, anche per i Paesi
dell'Unione europea, ma le forze politiche scalpitano: l'entrata in vigore
della zona protetta croata merita una reazione decisa e immediata. Sul sito
internet del Ministero Affari esteri sloveno è apparso un comunicato nel
quale si precisa che in realtà non è cambiato nulla: la Croazia, nel 2004,
si è impegnata con Slovenia, Italia e Unione europea a non attivare la zona
per i paesi dell'Unione, e quell'accordo internazionale è più forte della
legge nazionale croata sulla zona ittica. Non ne sono del tutto convinti i
partiti parlamentari sloveni, che chiedono al governo di reagire comunque.
Per Nova Slovenija, l'entrata in vigore della zona ittica rappresenta una
pesante violazione della sovranità slovena, ed è una cosa inaccettabile.
«Zagabria in questo modo si chiude da sola l'ingresso in Europa», è il
commento ricorrente.
L'eurodeputato e leader socialdemocratico Borut Pahor è convinto che la
Croazia deve scegliere: o vuole entrare nell'Europa comunitaria, o
continuerà a ignorare gli impegni presi. In questo secondo caso, però ,
precisa Pahor, perderà tutti gli alleati, non solo a Lubiana ma anche a
Bruxelles. Una pronta reazione da parte del governo è caldeggiata anche da
Democrazia liberale. Per il partito che è stato al governo per più di un
decennio, da Zagabria si deve esigere il ritiro della legge sulla zona
ittico – ecologica. Non è sufficiente, sostengono i liberaldemocratici, la
sua non applicazione. Il più duro, come sempre in questi casi, il Partito
nazionale sloveno, che propone una serie di misure di ritorsione. Tra
questi, la riqualifica di alcuni valichi di confine sloveno-croati da
internazionali a passaggi di seconda categoria, e l'immediato blocco dei
negoziati per l'ingresso della Croazia nell'Unione europea. La Slovenia,
sostengono nel partito di Zmago Jelincic, dovrebbe frenare anche l'entrata
della Croazia nella Nato. Il partito nazionale avvierà inoltre la raccolta
di firme per un referendum che impedisca a Zagabria l'adesione all'Ue. Si è
fatto vivo anche il Club degli ex ambasciatori. Per i diplomatici, l'impegno
assunto dalla Croazia con Lubiana, Roma e Bruxelles significa che
l'attivazione della zona ittica non puo' avere alcun effetto giuridico per i
Paesi membri dell'Unione europea. Alla «Luka Koper» si dichiarano
tranquilli. Al Porto di Capodistria, in questi primi giorni dell'anno, non
hanno avuto alcuna segnalazione di eventuali problemi per le navi che hanno
attraversato la «zona ittico-ecologica croata» per raggiungere lo scalo.

 

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