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Il Maresciallo e le Foibe (Diva e Donna 14 ott)

Luci e ombre dì uno dei personaggi storici più discussi del 900, il cui nome resta legato ai massacri di italiani in Venezia Giulia

Come molti grandi della storia, Josip Broz, universalmente conosciuto come Tito, è un personaggio pieno di luci e ombre: per alcuni, un eroe della resistenza contro i nazisti prima e l'unico capace di creare e tenere unito uno Stato multietnico come la Jugoslavia poi; per altri, un dittatore comunista che, se fosse sopravvissuto alla fine del suo regime, probabilmente sarebbe stato processato per crimini contro l'umanità. Tito nasce nel 1892, settimo di quindici figli, da padre croato e madre slovena: un'origine "multietnica" che influenzerà la sua politica quando riuscirà, anche se con pugno di ferro, a far convivere in Jugoslavia, popoli ed etnie diverse che infatti, dopo la sua morte, torneranno a dividersi e combattersi nelle sanguinose guerre dei Balcani che, negli anni Novanta, hanno insanguinato l'Europa. Eroe nella prima guerra mondiale, viene fatto prigioniero e mandato in Russia, dove fugge e si unisce, durante la rivoluzione, ai bolscevichi. Tornato in patria, partecipa alla fondazione del partito comunista jugoslavo. Durante la Seconda guerra mondiale emerge come capo della Resistenza all'invasione nazista; finita la guerra, diventa il leader del nuovo Stato. Ma è proprio a cavallo della fine del conflitto, che diventa responsabile dell'orrore delle foibe, i massacri compiuti in Venezia Giulia dai partigiani jugoslavi ai danni di migliaia e migliaia di cittadini italiani, i cui cadaveri venivano gettati in fosse comuni, nelle fosse naturali caratteristiche del Carso, dette appunto foibe. Una vera e propria pulizia etnica con cui un intero territorio venne "ripulito" di italiani e nemici politici da parte dei comunisti jugoslavi.

A.A.

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