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Il fiumano? Un “socioletto” che ha mantenuto le sue radici (Voce del Popolo 09nov12)

Due ricercatrici della maggioranza alle prese con il dialetto fiumano. O meglio, come precisano Mirjana Crnić Novosel e Nina Sicijarić Paškvan, con il socioletto. Sì, perché trattasi di un complesso di usi linguistici caratteristici di un determinato gruppo sociale, utilizzato all’interno di una sola comunità, all’interno di una città. Una lingua, aggiungono, che si è sviluppata nella Fiume del secolo scorso, e più precisamente nella sua Cittavecchia. Si tratta del cosiddetto veneziano coloniale che, con l’espansione dei commerci ha attecchito sulla costa orientale dell’Adriatico e con il passare del tempo è riuscito a imporsi sugli altri linguaggi locali, tant’è che ancora oggi possiamo notare la sua presenza in diversi quartieri fiumani, concludono le due studiose. Dato che Fiume era una città interculturale, nell’idioma fiumano sono evidenti le influenze slave e austriache (tedesche), le caratteristiche del ciacavo locale e di altre lingue.

 

L’idioma locale d’un tempo, parlato nella parte vecchia della città, sulla sponda destra della Fiumara, è sopravvissuto fino ad oggi, ma con il passare degli anni ha cambiato il modo di utilizzo, perché influenzato dalle altre parlate locali, nonché dal croato e dall’italiano standard. A comunicare nel “socioletto fiumano” sono per lo più i residenti bilingui (in questo caso gli appartenenti alla Comunità degli Italiani), e lo fanno principalmente all’interno della loro comunità, spiegano ancora Mirjana Crnić Novosel e Nina Sicijarić Paškvan, che abbiamo sentito perché impegnate in questi mesi con una ricerca – appunto – sul fiumano, intitolata Il socialetto fiumano agli inizi del XXI secolo.

 

Mirjana Crnić Novosel, dell’Istituto per la lingua croata e la linguistica croata, e Nina Sicijarić Paškvan, dell’Accademia croata delle Arti e delle Scienze (Hazu)-Sezione di Fiume, hanno avviato un’indagine mirata alla descrizione sociolinguistica del “socioletto fiumano”, prendendo in considerazione il contesto storico e la sua evoluzione, ma anche a individuare la sua posizione tra i vari idiomi del territorio. Inoltre, la ricerca testerà lo “stato di salute” del fiumano, prestando particolare attenzione all’utilizzo di questo idioma in situazioni comunicative abituali, soprattutto nelle famiglie i cui membri si definiscono “fiumani”.

 

Come vi è venuta l’idea di avviare quest’indagine sociolinguistica sul dialetto fiumano?


“L’argomento è molto interessante dal nostro punto di vista – ci rispondono quasi in coro –. È un dato di fatto che il socioletto fiumano sia una delle componenti più importanti dell’identità culturale della città di Fiume, come lo era il ciacavo-ecavo, che purtroppo sta perdendo la sua radice classica. Pensiamo invece che il fiumano abbia ancora al suo interno la sua base originaria, e proprio con questo contributo speriamo di favorire ancora di più il suo utilizzo, per scongiurare che un giorno assuma sembianze diverse o scompaia. In questa ricerca, intitolata ‘Il socioletto fiumano agli inizi del XXI secolo’, studiamo il socioletto della minoranza italiana, che con il tempo sta diventando sempre più piccola. Gli appartenenti a questa comunità parlano il fiumano solo quando si ritrovano tra di loro. Prima il socioletto era molto più presente in città, diversi erano i quartieri dove esso era tra gli idiomi più parlati, dove vivevano persone che parlavano solo ed esclusivamente il fiumano. Oggi non è più così, e noi con questa ricerca cerchiamo di vedere lo ‘stato di salute’ del fiumano”.

 

Secondo voi, alla luce dalle prime ricerche svolte, c’è il rischio che il fiumano scompaia in un futuro prossimo? Quali sono i fattori che potrebbero contribuire alla sua scomparsa?


“Questo è un pericolo presente per tutti i dialetti che si trovano nelle grandi città, non solo per quello fiumano. Nei luoghi dove il dialetto ha rappresentato, nel corso della storia, l’identità del posto, oggi questo tende a scomparire perché coloro che lo conoscono di solito sono persone anziane che lo utilizzano, la maggior parte delle volte, per comunicare tra di loro. Solo in rari casi i giovani si trovano a contatto con un dialetto. Per quanto riguarda il fiumano, il pericolo che scompaia è reale, soprattutto se le nuove generazioni non lo impareranno. Oggi i giovani vivono sotto l’influenza della lingua croata e dell’italiano standard, in un ambiente che non ‘coltiva’ il dialetto e nel quale si sente parlare sempre meno il fiumano. Proprio questi fattori rappresentano il pericolo maggiore. Se non si avvia una concreta politica di conservazione del socialetto, riteniamo entrambe che vi siano possibilità concrete che scompaia con il tempo”.

 

Avete sottolineato il pericolo che questo accada nelle grandi città. Nei paesi più piccoli la situazione è diversa?


“Possiamo dire con certezza che il pericolo maggiore è che il dialetto in generale scompaia nelle grandi città, in questo caso parliamo di Fiume, e il pericolo come abbiamo detto è reale. Vi sono meno probabilità che un dialetto locale, che si parla su un’isola, oppure in un paesino dell’Istria scompaia, perché in quei luoghi tutta la comunità utilizza quell’idioma, sia le generazioni più vecchie che quelle più giovani. La città, i centri urbani più grandi, tendono ad ‘omologare’ la lingua, a renderla riconoscibile ed uguale per tutti”.

 

I giovani come si rapportano con il fiumano?


“Dai primi risultati della ricerca si nota che molto spesso i giovani, che a casa hanno genitori e nonni che parlano il fiumano, lo rifiutano perché lo considerano come idioma meno importante di quello standard, italiano o croato che sia. Tendono a parlare come i loro coetanei, come la ‘massa’. Con questa ricerca cerchiamo di testare anche il loro interesse verso il fiumano”.

 

Quali sono gli strumenti della vostra ricerca?


“La ricerca si basa sulle risposte a un questionario sociolinguistico che viene utilizzato di solito nelle ricerche linguistiche. All’interno ci sono domande rivolte a tutte le generazioni. Un breve esempio di domande: Quanto utilizzi il fiumano? Quante persone conosci che lo utilizzano? Frequenti la Comunità degli Italiani? Ti senti italiano o croato? Guardi la tv italiana o croata? Ti piacerebbe che il fiumano fosse una materia obbligatoria all’interno della tua scuola? ecc. Domande che serviranno a capire la reale situazione in cui versa il fiumano tra le varie fasce di età”.

 

Quando si avranno i risultati ufficiali?


“Presenteremo i risultati alla nona edizione delle ‘Giornate fiumane della filologia” (Riječki filološki dani), che si terrà dal 22 al 24 novembre. Cogliamo l’opportunità per fare un appello a tutti gli appartenenti alla Comunità italiana di contattarci all’indirizzo e-mail ninaspicijaric@gmail.com, in modo da potere ricevere il questionario. Speriamo che siano in tanti a rispondere al nostro appello in modo da potere avere chiara la situazione. Sarebbe veramente una perdita incolmabile se un giorno il fiumano non si sentisse più per le strade, nei bar, negli autobus. Se questo accadrà vorrà dire che avremo perso un pezzo di noi stessi, della nostra storia”.

 

Marin Rogić

“la Voce del Popolo”  9 novembre 2012

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