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Il confine delle regole (La Voce del Popolo 08 lug)

Ora che il confine non c’è più su questo lembo di terra nord-orientale (rispetto al resto d’Italia), c’è chi ha pensato bene di inventarsi barriere d’altro genere per segnare il territorio e rendere palese il “passaggio” da un Paese all’altro in un’Europa che sogna ancora la libera circolazione di merci, viaggiatori, idee, sensazioni.

Per mesi, prima dell’approssimarsi della stagione turistica, lo spauracchio di Schengen ha continuato a fare storia e a promettere scenari da infarto sull’asfalto bollente con chilometri di fila. Ma era, ed è, il male minore.
Ad un certo punto è uscita, come un fulmine a ciel sereno, la storia della vignetta autostradale imposta dalla Slovenia a tutte le autovetture in transito sulla grande viabilità nazionale. Cosa sensata per chi s’inoltra nel Paese “più verde d’Europa”, come recita la pubblicità, dove ad ogni cinquantina di chilometri era necessaria una sosta per pagare il pedaggio autostradale. Ma per chi si dirige nell’Istria “profonda”, per la prima ed unica volta l’anno, la gabella da pagare appare esagerata oltre a comportare, obiettivamente, “un’eccessiva disparità di trattamento” e, considerando il costo di 35 euro a semestre, penalizza coloro i quali attraversano sporadicamente il territorio sloveno o, come nel caso dei lavoratori transfrontalieri, utilizzano solo brevi tratti dell’arteria autostradale.
A denunciarlo è anche il presidente della Regione FVG, Renzo Tondo, che ieri a Zagabria per una riunione del Comitato delle Regioni sull’adesione della Croazia alla UE ha reso noto di aver scritto al ministro degli Affari esteri, Franco Frattini, chiedendogli di intervenire presso il Governo sloveno affinché vengano predisposte diverse tipologie di vignetta, tarate anche su periodi più brevi come avviene in altri Paesi europei.

Nel paniere di argomenti che il governatore si prefigge di affrontare quanto prima con il responsabile della Farnesina, figura anche la necessità, da esporre sempre alla Slovenia, di prevedere un accesso privilegiato dal confine con la Croazia per i lavoratori transfrontalieri diretti verso l’Italia, costretti al momento a lunghe code soprattutto nel periodo di massima affluenza turistica. Questo problema, tra l’altro, è stato anche al centro del colloquio intercorso a Zagabria con l’ambasciatore italiano in Croazia, Alessandro Pignatti Morano di Custoza, che ha concordato con Tondo sull’effettiva criticità della situazione, assicurando la massima collaborazione nel tentativo di trovare una veloce ed efficace soluzione.

Se per arrivare da Trieste a Pola basta un’ora e mezza di viaggio con condizioni di traffico normale, in questi giorni i tempi risultano raddoppiati, nella migliore delle ipotesi. Mancano assolutamente nei maggiori punti di snodo indicazioni su possibili deviazioni e strade alternative e nessun servizio viene offerto al “popolo dei vacanzieri” in viaggio, che si trovano spesso incolonnati per delle ore sia all’andata che al ritorno. Nessuna informazione neanche sulle fasce orarie consigliate e così via, tanto fa trasformare l’intero percorso in un lungo “confine” tra il disagio reale e la rabbia per la mancanza di rispetto nei confronti di chi quel viaggio se l’è ampiamente guadagnato. In una società che finalmente riconosce la dignità dell’individuo, tutto ciò appare inconcepibile e la protesta plausibile.

Rosanna Turcinovich Giuricin

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