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Il Club Giuliano-Dalmato di Toronto si proietta nel 2012 (corriere.com 05 gen)

Il Club Giuliano-Dalmato fu fondato nel 1968 per conservare la complessa tradizione culturale italo-veneta. Il nome dell’associazione deriva dalla zona geografica d’origine che va da Gorizia fino alla Dalmazia. Un territorio che comprende goriziani, triestini, istriani, fiumani, quarnerini – ovvero abitanti delle isole di Cherso, Veglia e Lussino -, zaratini e tutti gli abitanti delle isole dalmate della costa adriatica orientale. Il club ha sede al Veneto Centre di Woodbridge (al 7465 di Kipling Avenue) ed è presieduto da Guido Braini, che descrivere al Corriere Canadese la storia e le attività del gruppo che oggi conta come membri circa mille famiglie.

Presidente, qual è la realtà dei giuliano-dalmati in Canada?

 

«La comunità giuliano dalmata in Canada conta circa 12mila persone, da Halifax a Vancouver. A Toronto c’è la realtà numericamente più importante: siamo infatti in circa 3mila. Ma le devo confessare che siamo molto divisi: i croati ad esempio hanno un loro club, pur essendo istriani. Fare il presidente di questa associazione è molto complicato, io dico sempre che è il nostro comun denominatore è il fatto di essere stati esuli, partiti senza nulla per poi affermarci in giro per il mondo».

Quali sono le principali attività che svolgete durante l’anno?

 

«Il 10 febbraio abbiamo la “giornata del ricordo”, in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo che ha toccato la nostra comunità. Ci raccogliamo in preghiera nella chiesa St. Peter di Woodbridge, con Padre Claudio Moser che celebra la messa. Poi a maggio e giugno abbiamo i brunch domenicali di incontro. Ad agosto c’è il picnic al Veneto Centre, che riscuote grande successo ad ogni edizione. In settembre abbiamo il dinner dance gala, anche se negli ultimi anni è diventato un grande brunch. Il 2 novembre onoriamo il “giorno dei morti”, sempre nella chiesa St. Peter di Woodbridge. Infine arriva l’evento centrale dell’anno, la festa di Natale, con San Nicolò che porta i regali ai bambini. Nelle festività appena trascorse abbiamo avuto una cinquantina di bambini, per un totale di 170 persone al Veneto Centre».

Avete delle iniziative culturali?

 

«Ogni tre mesi pubblichiamo il nostro “El boletin”, periodico d’informazione con tutte le nostre attività. Il responsabile è il professor Konrad Eisenbichler, originario di Lussino. Inoltre abbiamo una biblioteca che raccoglie molti volumi sulla nostra storia. Recentemente Padre Marco Bagnarol (che vive alla Consolata Missionaries di Toronto, ndr) ha tradotto in inglese il libro “L’esodo dei 350.000 giuliani fiumani e dalmati” di Padre Flaminio Rocchi (difensore per eccellenza dei diritti degli esuli giuliano-dalmati, vittima egli stesso del regime di Tito, ndr). Le copie che abbiamo stampato sono andate a ruba, e oggi siamo pronti per una seconda ristampa».

 

Quali sono i rapporti con il vostro territorio d’origine, il Friuli Venezia Giulia e la Croazia?

 

«Abbiamo buone relazioni con l’“Associazione Giuliani nel Mondo” che ha sede a Trieste: ogni anno questo ente ci garantisce un supporto finanziario. Il presidente Dario Locchi non ci ha fatto mai mancare il suo sostegno. Con la Croazia non abbiamo rapporti. A Rovigno esiste un centro per gli studi della storia istriana: ho cercato di prendere dei contatti, ma invano».

Quando è stato l’ultimo raduno canadese dei giuliani nel mondo?

 

«Nel 2000 e si è svolto a Niagara Falls. È stata una tre-giorni fantastica, patrocinata dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Abbiamo registrato oltre 700 presenze».

A fine marzo eleggerete il nuovo direttivo.

 

«Avremo le elezioni il 25 marzo. Io sono dimissionario, la mia età non mi permette di rivestire questa carica, anche se non ho intenzione di lasciare definitivamente il club».

Quali sono i progetti per questo 2012?

 

«Abbiamo in progetto di costruire un monumento in onore della “giornata del ricordo”. Il comitato ha già approvato l’idea e ho trovato uno scultore a Newmarket, speriamo di riuscire a realizzare l’opera il più presto possibile».

 

(fonte www.corriere.com 5 gennaio 2012)

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