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”I libri di storia ci dedichino due pagine” (Ansa 13 feb)

(ANSA) – PADRICIANO (TRIESTE), 13 FEB – Ha la voce rotta dall'emozione Fioretta Filippaz Cherti, esula istriana che per 12 anni ha vissuto nel campo di raccolta profughi istriani, fiumani e dalmati di Padriciano. Racconta la sua infanzia e chiede "due pagine nei libri per raccontare la nostra storia". Voleva diventare un infermiera pediatrica, Fioretta, "perché ho visto soffrire tantissimi bambini qui ma non ho potuto per ragioni economiche. Non ho avuto figli per paura che ciò che ho passato si potesse ripetere per loro". Così, con questa testimonianza, si è aperta la visita a quello che oggi é il museo di Padriciano. All'interno, spiegano le guide, c'erano baracche di 4 metri per 4 a famiglia. Ci sono ancora i mobili, qualche pentola, un paio di pantaloni che i troppi rattoppi non riuscivano più a tenere insieme e tante foto, come quella di una bimba che tiene in mano una valigia dove c'é scritto solo: 'esule giuliana'. Nel campo, aperto a metà degli anni '50 e rimasto in funzione fino al 1976, sono transitati decine di migliaia di esuli. Gli studenti, compreso il nipote di Alemanno Arrigo Edoardo, hanno ascoltato con attenzione le guide e lasciato a loro volta numerosi messaggi sul libro degli ospiti. In uno di questi, Silvia del Convitto nazionale scrive: ''Anche se con ritardo finalmente le vostre sofferenze sono state portate a conoscenza". (ANSA).

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